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Al Ministro della Giustizia - Per sapere - premesso che:
Il carcere di Biella è, per dimensione, il secondo carcere del Piemonte, dopo il “Lorusso-Cutugno” di Torino; le organizzazioni sindacali della Polizia Penitenziaria biellese hanno più volte rappresentato al Ministro della Giustizia e al Capo del DAP la situazione di grave carenza di organico il cui versa il carcere biellese;
l’ambiente lavorativo sta diventando incontrollabile, sia per il sovraccarico di lavoro a cui sono sottoposti gli Agenti della Polizia Penitenziaria, sia per la carenza di organico in rapporto alla qualità e alla quantità dei servizi di polizia richiesti;
in base alla revisione operata con la Legge Madia, la pianta organica è stata ridotta a 198 unità teoriche, mentre la capienza massima è passata da 350 a circa 600 detenuti;
la sproporzione è tale da rendere estremamente difficile la normale organizzazione del lavoro e le sacrosante condizioni di sicurezza nei servizi resi;
nonostante la carenza, l’Amministrazione Penitenziaria ha optato per l’apertura di un nuovo padiglione, aggravando ulteriormente i carichi di lavoro già di per sé eccessivi;
con una missiva del 12.07.2018, le Organizzazioni Sindacali chiedevano un aumento di 50 unità di personale per far fronte al piano ferie estivo, richiesta puntualmente disattesa dagli Uffici competenti; a detta dell’interrogante, si ravvedono anche gravissime carenze da parte del Ministero della Giustizia sotto il profilo della trasparenza. Visitando il portale web www.giustizia.it in data odierna, alla sezione “Schede trasparenza istituti penitenziari – 2018”, emerge che sia la pianta organica che la capienza e le presenze risultano aggiornate al 26.01.2017, ossia a due anni fa. Tutto questo lascia pensare allo scrivente che il Ministero non abbia alcuna cognizione di causa circa l’incombenza e il fondamento delle istanze promosse dagli operatori di Polizia
Penitenziaria, autentica prima linea del Carcere di Biella; -
quali sono gli intendimenti del Ministero in merito all’aumento di personale richiesto per il Carcere di Biella;
se il Ministro della Giustizia intende incontrare le rappresentanze sindacali locali per prendere atto della situazione in essere.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
presentata dall'On. ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE il 22/01/2019 18:14

Al Ministro della giustizia - Premesso che a quanto risulta all'interrogante: la casa circondariale di Rovigo inaugurata a febbraio del 2016, che doveva essere un istituto di nuova concezione e avrebbe dovuto rappresentare la struttura modello di tutto il distretto e della Regione, non corrisponde alle aspettative; da una visita effettuata presso l'istituto dall'interrogante qualche tempo fa e recentemente da una delegazione di sindacati di Polizia penitenziaria, è emerso che le condizioni della "nuova" casa circondariale presentano lacune e numerose sono le anomalie strutturali: cancelli e sistemi di videosorveglianza malfunzionanti, impianti di climatizzazione fatiscenti, climatizzazione insufficiente nelle postazioni di servizio, in particolare nella sala regia con rumori assordanti, postazioni dove appare impossibile prestare servizio, apparati di sicurezza inadeguati, spazi antistanti la struttura impraticabili;
da alcune interviste al personale, che espleta il proprio servizio, risulta che gli stessi operino in condizioni precarie e di poco stimolo, per un lavoro, dove invece la motivazione deve essere
fondamentale; una nota dell'UILPA (Unione italiana lavoratori pubblica amministrazione) evidenzia la carenza di personale e le conseguenti difficoltà operative degli uffici, un uso sproporzionato del lavoro straordinario con una media mensile complessiva di circa 1.225 ore, si chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto risulta all'interrogante; quali orientamenti intenda esprimere, in riferimento a quanto esposto in premessa, e, conseguentemente, quali iniziative voglia intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, per porre rimedio alla gravissima situazione, in cui versa il carcere nuovo di Rovigo; se intenda rimediare alla evidente carenza di risorse umane in servizio, incrementando con un numero congruo, il personale organico dell'istituto; se siano in previsione nuovi arrivi e quanti detenuti ancora abbia in programma di ospitare; se e in quale modo intenda intervenire strutturalmente sull'edificio, al fine di garantirne la messa in sicurezza e renderlo davvero un istituto modello, quale era stato concepito all'origine. (4-07626)

Interrogazione a risposta scritta 4-07626

Interrogazione a risposta scritta - Al Ministro della giustizia - Per sapere - premesso che:
il Complesso edilizio della Casa Circondariale di Caltagirone è di recente costruzione (1992-2002), realizzato con moduli prefabbricati e consta di due sezioni detentive denominate blocco 25 e blocco 50;
recenti dichiarazioni del segretario nazionale della Uil Polizia Penitenziaria, Armando Algozzino, denunciano lo stato di totale abbandono che caratterizza la struttura e la totale assenza di interventi di manutenzione ordinaria negli ultimi anni; le criticità del fabbricato riguardano soprattutto il block house, privo di riparo dagli agenti atmosferici e di un bagno e la porta carraia non dotata di sistemi di aerazione e aspirazione; la UILPA Polizia Penitenziaria sottolinea la carenza di organico presso gli istituti e l’età media molto elevata dei poliziotti penitenziari: 51/52 anni per la casa circondariale di Caltagirone che sembra non essere un caso isolato;
l’organico previsto a Caltagirone è stato ridotto da 158 a 137 in due anni, ma in realtà sono presenti 78 agenti e sono del tutto insufficienti rispetto alle esigenze operative, così come è esiguo il numero delle unità, 15 in tutto, impiegate presso il Nucleo Traduzioni e Piantonamenti: quest’ultimo dispone di appena 5 mezzi attivi, sebbene in pessimo stato, rispetto ai 25 in dotazione, poiché i restanti sono fuori servizio.
Se il ministro sia a conoscenza di quanto sopra esposto; quali interventi urgenti e quali quelli programmatici siano stati già predisposti dall’amministrazione penitenziaria per ripristinare le strutture fatiscenti; quali interventi urgenti e quali in programma per il riassestamento del parco mezzi; se sia allo studio del ministro la possibilità di aumentare la dotazione organica della casa
circondariale di Caltagirone alla luce anche ei lavori di ampliamento in corso.

http://www.sicanianews.it/casa-circondariale-caltagirone-ct-armando-algozzino-situazionedisastrosa-
necessari-interventi-strutturali/

 

Vedi anche:

Pubblicato il 21 giugno 2016, nella seduta n. 641

CAPPELLETTI , MANGILI , DONNO , MORONESE , BERTOROTTA , MORRA , BLUNDO , LEZZI , PUGLIA , BOTTICI , PAGLINI , GIARRUSSO - Al Ministro della giustizia. -

Premesso che:

il decreto del Presidente della Repubblica n. 164 del 2002, recante "Recepimento dell'accordo sindacale per le Forze di polizia ad ordinamento civile e dello schema di concertazione per le Forze di polizia ad ordinamento militare relativi al quadriennio normativo 2002-2005 ed al biennio economico 2002-2003", all'art. 36, prevede alcune norme a tutela dei dirigenti sindacali;

il comma 2 dispone che "Il dirigente che riprende servizio al termine del distacco o aspettativa sindacale può, a domanda, essere trasferito con precedenza rispetto agli altri richiedenti in altra sede dalla propria amministrazione, quando dimostri di aver svolto attività sindacale e di aver avuto domicilio negli ultimi due anni nella sede richiesta e nel caso non abbia nel frattempo conseguito promozioni ad altro ruolo a seguito di concorso";

considerato che:

da un comunicato stampa della UILPA (Unione italiana lavoratori pubblica amministrazione) Polizia penitenziaria, diramato a seguito di una riunione, tenutasi in data 23 marzo 2016, presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, si apprende che molti sindacati rappresentativi utilizzano la norma citata con uno scopo diverso da quello per cui è stata prevista, che è quello di garantire il diritto del sindacalista ad essere distaccato presso altra sede per poter svolgere la propria attività;

risulta agli interroganti che sempre più frequentemente giovani appena arruolati nel corpo di Polizia penitenziaria, al termine della scuola di formazione, vengono posti in aspettativa sindacale, spesso non retribuita, "a tempo determinato" per 2 anni, il tempo necessario per ottenere il trasferimento presso la sede desiderata, solitamente vicino al luogo di residenza;

tale fenomeno interesserebbe soprattutto le regioni del sud Italia, dove giovani poliziotti penitenziari, assegnati alle sedi del Nord, ottengono celermente il trasferimento, con precedenza rispetto ad altri che sarebbero in attesa di trasferimento da anni e la cui speranza di rientrare nei luoghi di provenienza diventa sempre più flebile;

durante l'incontro svolto presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, come riportato dal citato comunicato della UILPA, è emerso che l'accoglimento delle richieste di trasferimento per altre motivazioni (assistenza di familiari diversamente abili ex legge n. 104 del 1992, espletamento di mandato elettorale, eccetera) è tutt'altro che automatico ed avviene dopo diversi anni di attesa;

considerato inoltre che:

il decreto del Presidente della Repubblica n. 164 del 2002, all'art. 31, rubricato "Distacchi sindacali", dispone che: "A decorrere dal 1 gennaio 2003 il limite massimo dei distacchi sindacali autorizzabili a favore del personale di ciascuna Forza di polizia ad ordinamento civile è determinato rispettivamente nei contingenti complessivi di sessantatre distacchi per la Polizia di Stato, di trentadue distacchi per il Corpo di polizia penitenziaria e di dieci distacchi per il Corpo forestale dello Stato";

l'ultimo comma dell'articolo citato dispone che "I periodi di distacco per motivi sindacali sono a tutti gli effetti equiparati al servizio prestato nell'amministrazione (...). I predetti periodi sono retribuiti con esclusione dei compensi e delle indennità per il lavoro straordinario e di quelli collegati all'effettivo svolgimento delle prestazioni";

il comunicato UILPA del 23 marzo 2016, in tema di aspettative sindacali non retribuite, riporta che "coloro che dal 2013 al 2015 sono stati trasferiti a seguito di aspettativa sindacale sono 45", mentre attualmente risultano in aspettativa sindacale 83 poliziotti penitenziari;

considerato infine che il citato art. 36, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 164 del 2002, legittima i suddetti trasferimenti prevedendo espressamente la facoltà di trasferire il "dirigente che riprende servizio al termine del distacco o dell'aspettativa sindacale", ma non obbliga all'accoglimento del trasferimento,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

quali misure intenda adottare per contrastare l'applicazione impropria della norma che, a giudizio degli interroganti, comporta ingiusti privilegi e favoritismi per alcuni componenti del corpo di Polizia penitenziaria;

quali iniziative intenda intraprendere per garantire che i trasferimenti vengano effettuati in presenza di reali esigenze ed al termine di un'attenta procedura valutativa, al fine di scongiurare automatismi e l'esercizio arbitrario del potere facoltativo previsto dalle norme;

quali verifiche intenda promuovere per controllare la regolarità e la legittimità dei provvedimenti di trasferimento sinora emessi e se, del caso, non intenda disporne la revoca con efficacia immediata.

 Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05974

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE 5 STELLE DOPO LA VISITA DELLA UIL AL CARCERE DI TRAPANI

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