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 Roma, 12 lug.“Nei giorni scorsi abbiamo scelto di non addentrarci nelle polemiche che hanno investito il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) per aver autorizzato esponenti di ‘Nessuno tocchi Caino’ a visitare alcune sezioni del 41-bis, c.d. carcere duro, in Sardegna. Si tratta, infatti, di determinazioni che devono essere attentamente ponderate attraverso elementi di conoscenza che non sono nella nostra disponibilità. Certo, rileviamo che mentre il DAP ha uno scatto di trasparenza in ordine alla gestione dei detenuti al 41-bis, in una specie di doppia morale, prosegue nel percorso opposto in relazione alle nostre richieste d’informazioni e di accesso civico su una serie di notizie che riguardano gli operatori e le continue aggressioni da loro subite”.

Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

         “Abbattere le mura dei misteri, per abbattere i misteri di quelle mura, recitava un nostro vecchio slogan. Noi pensiamo, sempre e non a corrente alternata come dalle parti di Via Arenula, che per conoscere il carcere bisogna aver visto e plaudiamo a ogni evento che possa in sicurezza far conoscere quel mondo di cui i più parlano a sproposito; ci sorprende se poi le mura si sostituiscono con tornelli unidirezionali”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.

         “Sono più di tre gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria ogni giorno aggrediti in forma grave da detenuti, talvolta con il lancio di olio bollente e colpiti con corpi contundenti tanto da rendere necessarie decine (in un caso oltre cinquanta) punti di sutura, e innumerevoli gli eventi avversi che si verificano quotidianamente nelle carceri senza che vi sia una risposta efficace, autorevole e giusta da parte dello Stato, complessivamente inteso. Eppure, il DAP non fornisce i dati descrittivi di ciò, ma li occulta per motivi di ordine e sicurezza pubblici. Insomma, va bene ‘Nessuno tocchi Caino’, ma poco importa se Abele viene vilipeso ogni giorno!”, spiega il sindacalista.

         “Dopo i primi 100 giorni del DAP a guida Carlo Renoldi, peraltro, non si sono visti cambiamenti, se non l’inarrestabile peggioramento della crisi complessiva del sistema secondo il trend preesistente, ma – quel che è peggio – nulla si intravede all’orizzonte, salvo qualche ennesima e timida disposizione allo stato embrionale, che sembra destinata a restare sulla carta come molte altre, e su cui si ha la sensazione che si voglia persino eludere il confronto col Sindacato, dimenticando, forse, l’incidenza che avrà su istituti prettamente negoziali. Noi continuiamo a fare appello sia al Capo del DAP sia alla Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, affinché si apra finalmente una discussione seria e reale su tutte le questioni che attendono di essere compiutamente affrontate da anni. Non sappiamo quanto durerà ancora il Governo e la legislatura, ma ogni minuto è di vitale importanza per la tenuta delle carceri”, conclude De Fazio.

 

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