Roma, 16 Giu. – “Dopo Spoleto, Terni, Aosta e Como, in questi minuti gravi disordini sono in corso presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria Arghillà. Questo il bollettino della sola giornata di oggi, che non è ancora finita.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“I penitenziari sono una polveriera pronta a esplodere, lo diciamo da tempo inascoltati o, peggio, venendo tacciati di catastrofismo, ma noi, da conoscitori del carcere, non facciamo altro che analizzare i segnali che ci pervengono. Del resto, ci toccò prevedere con congruo anticipo anche le rivolte della primavera del 2020, quando si contarono 13 morti, centinaia di feriti, un’evasione di massa e milioni di euro di danni, e ne avremmo fatto volentieri a meno. Così come ci piacerebbe ora decantare al pari di altri magnificenze, assunzioni e operatività, se non conoscessimo troppo bene la triste realtà. Tutto questo, peraltro, accade quando l’estate non è ancora iniziata e il tanto discusso decreto sicurezza, ormai legge, se non ha prodotto effetti controproducenti, di certo non ne sta generando di positivi. D'altronde, la rivolta all’interno di un istituto penitenziario rischia di rivelarsi un ‘reato impossibile’ atteso che in carceri diffusamente illegali non v’è un ordine a cui rivoltarsi” aggiunge il Segretario della UILPA PP.
“16mila detenuti oltre la capienza, 18mila agenti mancanti alla Polizia penitenziaria, traffici illeciti, stupri, violenze, evasioni, 290 aggressioni ogni mese agli operatori, carenze sanitarie, strutture fatiscenti, pericolose e insalubri sia per chi vi vive sia per chi vi lavora, questo è il quadro. Quanto potrà durare? Se l’apparato in qualche misura ancora regge lo si deve allo straordinario e diuturno sacrificio degli operatori, in primis del Corpo di polizia penitenziaria, che sono però ormai esausti per carichi di lavoro abnormi con turnazioni di servizio che si protraggono fino a 26 ore continuative e sviliti e mortificati da un’Amministrazione penitenziaria che sentono sempre più distante dai problemi reali della periferia”, spiega il sindacalista.
“Va immediatamente deflazionata la densità detentiva, serve potenziare compiutamente gli organici della Polizia penitenziaria nelle carceri, pure recuperando unità dagli uffici ministeriali e provveditoriali, dove spesso insistono esuberi, va assicurata l’assistenza sanitaria e vanno avviate riforme di sistema. Domani potrebbe essere troppo tardi”, conclude De Fazio.