Roma, 21 Sett. – “Una detenuta italiana, di circa 35 anni, affetta da patologie psichiatriche e in carcere per reati legati al traffico di stupefacenti, si è tolta la vita impiccandosi stamani nella sua cella della Casa Circondariale di Perugia Capanne. Sale così a 61 la tragica conta dei ristretti che si sono suicidati nel corso del 2025 (più un sottoposto a misura di sicurezza in una REMS), di cui 5 donne, alla quale vanno sommati 3 operatori. Numeri inconcepibili per un paese che voglia dirsi civile, ma che tuttavia non riescono a smuovere le coscienze di quanti dovrebbero intervenire compiutamente sull’emergenza penitenziaria, a cominciare dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“A Perugia sono stipati 495 detenuti (70 donne) in soli 313 posti disponibili, di contro vi sono 196 agenti in servizio, quando ne necessiterebbero almeno 338. In altre parole, il 58% di ristretti in più gestito con il 42% di operatori in meno. Del resto, a livello nazionale si contano ben 63.160 reclusi letteralmente stoccati in 46.545 posti, mentre alla Polizia penitenziaria impiegata nelle carceri mancano oltre 20mila agenti, attese anche le assegnazioni soprannumerarie in uffici ministeriali e sedi extrapenitenziarie. Ciò trasforma le carceri in gironi infernali per chi vi è ristretto, ma in luogo di espiazione anche per chi vi opera in condizioni difficilissime, di insicurezza e insalubrità, subendo aggressioni (oltre 2.300 nel corso di quest’anno) e patendo carichi di lavoro massacranti e turnazioni di servizio che si protraggono pure per 26 ore continuative. A queste condizioni, nostro malgrado, non solo i suicidi, le risse, gli stupri, le evasioni, i traffici illeciti, le aggressioni al personale e molto altro ancora continueranno, ma la situazione è destinata a ulteriormente deteriorarsi progressivamente”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.
“Dopo tre anni di governo il Guardasigilli ha probabilmente compreso che non si possono realizzare carceri nelle caserme dismesse, siamo fiduciosi che entro fine legislatura riesca persino a realizzare che i detenuti non si sorvegliano a vicenda. Nel frattempo, però, servono incisive e concrete misure per deflazionare la densità detentiva, potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, ristrutturare gli edifici, implementare gli equipaggiamenti e le strumentazioni, assicurare l’assistenza sanitaria, specie psichiatrica, e avviare riforme strutturali”, conclude De Fazio.



