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Roma, 06 Ott. – “Un detenuto di circa 51 anni di origini albanesi, in carcere per maltrattamenti in famiglia, si è tolto la vita impiccandosi nel pomeriggio di ieri nella sua cella della prima sezione della Casa Circondariale di Verona. Si tratta del 65esimo recluso che si toglie la vita dall’inizio dell’anno, cui bisogna aggiungere un internato in una REMS e tre operatori. Numeri indegni per un paese civile che però non sembrano scalfire le coscienze di coloro che, detenendo la responsabilità politica e amministrativa delle carceri, dovrebbero intervenire concretamente quantomeno per arginare quella che è una vera e propria strage”.

          Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

          “A Verona 607 detenuti sono stipati in soli 332 posti disponibili (+83%), mentre gli appartenenti alla Polizia penitenziaria in servizio sono solo 370, quando ne servirebbero almeno 420 (-26%). A livello nazionale, invece, i reclusi sono 63.120, mentre i posti sono solo 46.609, con un sovraffollamento del 135,4% cui si contrappone una voragine negli organici della Polizia penitenziaria che nelle prigioni supera i 20mila agenti mancanti, attese anche le assegnazioni soprannumerarie in uffici ministeriali e sedi extracarcerarie. Se i detenuti scontano una carcerazione non dignitosa, tanto che per noi le carceri non rispondono neppure più ai presupposti giuridici per i loro mantenimento, gli appartenenti alla Polizia penitenziaria sono ormai stremati da carichi di lavoro esorbitanti e turnazioni di servizio che si protraggono anche per 26 ore continuative. Pure loro, dunque, patiscono le pene dell’inferno per la sola colpa di essere al servizio dello Stato che, per mano del Ministero della Giustizia, si continua mostrare patrigno e ‘caporale’”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.

         “Servono subito misure concretamente deflattive della densità detentiva, vanno potenziati compiutamente gli organici della Polizia penitenziaria nelle carceri, urge ristrutturare gli edifici, implementare le apparecchiature e gli equipaggiamenti, assicurare l’assistenza sanitaria e psichiatrica e, parallelamente, riorganizzare il sistema mediante riforme strutturali”, conclude De Fazio.

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