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Roma, 30 mar.“Per la prima volta nella storia del Corpo di polizia penitenziaria una motovedetta d’altura in dotazione al servizio navale verrà intitolata alla memoria di un proprio caduto nell’adempimento del dovere. Era il 21 agosto 1991 quando Giuseppe Barraco, Agente Scelto in servizio alla Base Navale di Favignana in qualità di nocchiere motorista, nonostante fosse libero dal servizio, con il mare in tempesta, non esitò ad aiutare i colleghi per assicurare gli ormeggi di una motovedetta del Corpo perdendo la vita durante le operazioni di ancoraggio. Per questo eroico gesto è stato già insignito di Medaglia d’Argento al Merito Civile alla memoria. Dopo ritardi dovuti anche alla pandemia da Coronavirus, stamattina durante le celebrazioni del 206esimo Annuale del Corpo di polizia penitenziaria a Volterra verrà portata a compimento la procedura di intitolazione della motovedetta, decretata già nel 2021”.

             Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

         “Di ciò, oltre a coloro che nell’ambito del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria si sono occupati della procedura rendendola possibile, voglio ringraziare pubblicamente il Segretario Regionale UILPA Polizia Penitenziaria della Sicilia, luogo dove accaddero i fatti, Gioacchino Veneziano, e il suo omologo della Toscana, dove si trova oggi la motovedetta, Eleuterio Grieco. Entrambi si sono prodigati per il conferimento dell’intitolazione, il primo promuovendo l’iniziativa in commissione ricompense e il secondo seguendone successivamente l’iter. Non a caso, peraltro, Veneziano e Grieco si sono alternati nel rappresentare la UILPA Polizia Penitenziaria nell’ambito dell’importantissima commissione paritetica che, in seno al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, delibera in ordine alle ricompense per gli appartenenti alla Polizia penitenziaria”, spiega il Segretario della UILPA PP.

            “Anche oggi presso la Sala del Maggior Consiglio del Palazzo dei Priori di Volterra, alla solenne cerimonia d’intitolazione alla quale prenderanno parte anche i congiunti di Giuseppe Barraco, la UILPA Polizia Penitenziaria nazionale sarà con orgoglio e autorevolezza rappresentata da Gioacchino Veneziano ed Eleuterio Grieco, cui a nome di tutto il sindacato di settore sono ulteriormente grato anche per questo”, conclude De Fazio.

Roma, 29 mar.“Di seguito alla presentazione, a novembre scorso, di una proposta di legge, prima firmataria Imma Vietri (FdI), d’abrogazione dei reati di tortura e d’istigazione alla tortura, che lascerebbero così il posto a un’aggravante comune nel codice penale, e che in queste ore sta dando luogo a un acceso dibattito politico, sorprende non poco che taluni parlamentari anche con specifiche responsabilità di governo chiamino in causa ‘alcune sigle sindacali’ sia quando si voglia sponsorizzarne, appunto, la soppressione sia quando invece se ne voglia sostenere il mantenimento. La politica faccia la politica e, soprattutto se al governo, si assuma le proprie responsabilità anche acquisendo dalle Organizzazioni Sindacali rappresentative specifici pareri attraverso un confronto organico al quale certamente non sono esse a sottrarsi, ma non tiri strumentalmente in ballo il sindacato senza distinzioni”.

         Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

         “Che le fattispecie configuranti il reato di tortura e d’istigazione alla tortura siano costruiti male nel nostro ordinamento è dimostrato dalle numerosissime inchieste giudiziarie che lo ipotizzano e che poi non di rado si risolvono nel nulla o comunque subiscono un declassamento a illeciti minori. È di queste ore la decisione del Tribunale del riesame che ha annullato la sospensione per sette appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Ivrea”, spiega il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.

“Si discuta dunque con perizia, razionalità e senza pregiudizi ideologici sapendo che i primi a non voler essere infamati da miasmi di tortura, indipendentemente dalla configurabilità di questo o quel reato, sono gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e, in generale, alle forze dell’ordine”, conclude De Fazio.

Roma, 29 mar.“Ben oltre mille detenuti e solo 329 agenti di Polizia penitenziaria operativi a fronte di un fabbisogno, stimato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), di 709 unità. Questo il desolante quadro che si è presentato alla vista della delegazione della UILPA Polizia Penitenziaria che stamattina ho personalmente condotto in visita al carcere romano di Regina Coeli e composta anche dalla Segretaria del Lazio, Simona Tuzi, dal componente di Segreteria regionale, Francesco di Virgilio, e da altri dirigenti”.

             Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

             “Presso la terza sezione del carcere della Capitale, nota alle cronache anche per essere stata quella dalla quale vennero prelevati molti dei trucidati nell’eccidio delle Fosse Ardeatine e per aver ospitato Sandro Pertini e Antonio Gramsci, spesso presta servizio un solo agente per tre piani. Ma è così anche per molti altri reparti detentivi dove un solo operatore deve sorvegliare, evidentemente come può, più piani e diverse centinaia di detenuti. Tutto ciò senza il supporto di strumentazioni e tecnologie sufficienti che, anzi, sono spesso inadeguate o del tutto non funzionanti. La penuria di appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, peraltro, investe anche altri settori nevralgici della struttura, quali ad esempio il reparto colloqui e gli uffici matricola e comando. Si aggiunga che da tempo al penitenziario romano manca il Comandante del Reparto titolare e pure nell’ambito della direzione si avvicendano frequentemente le figure di vertice ed è, o dovrebbe esserlo, chiaro a chiunque che non si possa conseguire né una programmazione di sufficiente respiro né l’efficacia dell’azione amministrativa che il contesto richiederebbe”, spiega il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.

 

            “Più che con ipotesi di vendita e ricostruzione dell’edificio, storicamente ricorrenti quanto fantasiose, preferiremmo confrontarci su un concreto progetto riorganizzativo che tenesse conto anche delle condizioni strutturali e architettoniche, di certo bisognevoli di rifacimento, così com’è indispensabile e urgente potenziare gli organici della Polizia penitenziaria al di là delle rappresentazioni fin troppo ottimistiche offerte dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e dai sottosegretari delegati, Andrea Delmastro delle Vedove e Andrea Ostellari. Se è vero, difatti, che a fronte di 18mila operatori mancanti sono previste alcune centinaia d’immissioni in servizio per i prossimi mesi, è altrettanto vero che molti di più saranno gli operatori congedati. Un dato su tutti: solo negli ultimi nove mesi l’organico del Corpo di polizia penitenziaria si è ridotto di 420 unità e il trend è in costante decremento. Invitiamo ancora una volta, pertanto, il Guardasigilli e il Governo tutto ad adottare concrete iniziative di carattere emergenziale che mirino da un lato a immediate assunzioni straordinarie e dall’altro a riforme complessive che possano dare efficacia all’esecuzione penale e, in particolare, a quella inframuraria nell’alveo dell’art. 27, ma anche 36, della carta costituzionale”, conclude De Fazio.

Comunicato stampa del 27 marzo 2023 - Carceri: Suicida poliziotto penitenziario a Napoli - De Fazio (UILPA PP), per noi sono morti in servizio

Roma, 27 mar.“La spirale di morte che investe le carceri italiane non accenna a placarsi. Dopo gli 84 suicidi fra i detenuti e i 5 fra gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria dell’anno scorso, stamattina un poliziotto in servizio al carcere napoletano di Secondigliano e originario di Aversa, quarantatreenne, dopo aver espletato il turno notturno, si è tolto la vita sparandosi con l’arma d’ordinanza. Ammontano già a 11, invece, i detenuti che hanno volontariamente messo fine alla propria esistenza nel corso del 2023”.

Ne dà notizia Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

 “Quello dei suicidi nelle forze dell’ordine e, particolarmente, nel Corpo di polizia penitenziaria, la cui incidenza è notevolmente superiore che nella restante popolazione, è un fenomeno che necessita di essere investigato compiutamente e affrontato concretamente. Peraltro, non riteniamo affatto sufficienti le iniziative e i supporti, anche di natura psicologica, finalizzati a intercettare a valle il disagio, ma reputiamo necessari e non più rinviabili interventi a monte che lo prevengano. Ciò si può realizzare, in primis, ‘umanizzando’ le condizioni di lavoro anche attraverso il rispetto dei diritti e delle prerogative contrattuali, che rappresentano una vera e propria chimera per la gran parte degli appartenenti alla Polizia penitenziaria, e l’efficientamento del fallimentare sistema d’esecuzione penale, in particolare carcerario, anche per prevenire disorientanti fenomeni di dissonanza cognitiva. Certo, non vogliamo strumentalizzare e sappiamo che a un gesto estremo come il suicidio possono concorrere una serie di concause. Siamo tuttavia convinti che il servizio espletato e la ‘violenza’ delle esperienze spesso vissute e subite siano fra esse. Saremmo peraltro molto curiosi di sapere cosa ne è stato dell’Osservatorio permanente interforze sui suicidi tra gli appartenenti alle forze di polizia costituito dall’allora Capo della Polizia Gabrielli nel febbraio 2019, ma di cui non abbiamo avuto alcuna ulteriore notizia”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.

“Per il momento, nostro malgrado, non rimane che stringerci attorno al dolore dei congiunti del collega tragicamente scomparso, che lascia la moglie e due figli in tenera età”, conclude De Fazio.

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TG Italia - Intervista al Segretario Generale della UILPA PP

 

 

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