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Nostra nota n. 10916 - Oggetto: Protocollo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Consiglio dei Ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria (ratificato con Legge 21 febbraio 2024, n. 14). - Impiego di operatori del Corpo di polizia penitenziaria in servizio di missione internazionale.

Facendo seguito a precorsa corrispondenza e con riferimento alla Sua cortese n. m_dg.GDAP.23/10/2025.0457960.U, si ringrazia preliminarmente per aver fornito almeno alcune notizie che si richiedevano vanamente da tempo.

Nel merito, in relazione alle modalità d’individuazione degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria da inviare in servizio di missione internazionale a Gjadër (Albania), si ribadisce integralmente quanto già evidenziato nella riunione del 3 luglio 2024, auspicando che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria voglia uniformarsi a principi di trasparenza, imparzialità e buon andamento anche mediante la predeterminazione di procedure e criteri condivisi nell’alveo del sistema di relazioni sindacali.

Per quanto concerne la situazione alloggiativa, se nella missiva della S.V. da un lato si afferma che ciascuna stanza e il relativo bagno “sono dotati degli arredi previsti dall’allegato A dell’Accordo Quadro”, dall’altro si certifica la contravvenzione al dettato del 1° comma, art. 16, dello stesso Accordo Nazionale Quadro (Il personale del Corpo di Polizia Penitenziaria comandato in servizio di missione, nel momento in cui giunge negli istituti di destinazione o in quelli di transito, ha diritto ad una decorosa sistemazione alloggiativa in camera singola presso la caserma agenti o altre strutture dell’Amministrazione) laddove si conferma che le camere destinate al personale “ospitano al momento massimo due unità”, in disparte ogni considerazione circa la struttura modulare prefabbricata e la scala d’accesso esterna di cui non si fa menzione.

Peraltro, a nulla rileva la sottolineatura della circostanza che “nessuna lamentela è stata registrata da parte del personale”, non solo perché, al contrario, le rimostranze sono pervenute e pervengono a questa Organizzazione Sindacale, ma soprattutto poiché un’Amministrazione dello Stato non può certo negoziare con i singoli dipendenti condizioni deteriori rispetto a quelle codificate nei contratti collettivi legittimamente sottoscritti con le Organizzazioni Sindacali.

Questo, com’è tristemente noto alle cronache, lo fanno i caporali con i migranti nei campi.

Per quanto accennato, si prega la S.V. di voler intraprendere le doverose iniziative di competenza al fine di garantire il rispetto dei principi contrattuali sia in relazione alle pari opportunità nel lavoro e nello sviluppo professionale sia a riguardo degli standard alloggiativi anche autorizzando gli operatori in servizio a Gjadër, al pari di quanto avviene per gli appartenenti alle Forze di Polizia gestiti da Amministrazioni certamente più attente ai propri dipendenti, al ricorso a strutture alberghiere.

Nell’ulteriore attesa, distinti saluti.

 10916_-_albania_-replica_-_ottobre_2025.pdf

 

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