Nota n. 9718Gentile Direttore Generale, si è certi che la S.V., di cui è nota anche la non comune sensibilità, comprenderà almeno al pari di questa Organizzazione Sindacale quanto possano essere detestabili e motivo di frustrazione morale, oltre che illegittime e persino anticostituzionali, le perduranti e multiple penalizzazioni che gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria continuano a subire anche nei confronti degli operatori delle altre Forze di Polizia. Nonostante, con pubbliche dichiarazioni, Ministri, Capi del Dipartimento e Direttori generali facciano quasi a gara, in varie occasioni, per declamare il valore e il pari trattamento delle donne e degli uomini del Corpo rispetto agli altri del comparto, nella realtà, molto spesso, si rivelano gli stessi soggetti politici e amministrativi che poi, con azioni e omissioni, finiscono col penalizzarli e, talvolta, persino col dileggiarli. Capita in atti normativi, dove, ad esempio, si fa menzione e si stanziano risorse economiche per il trattamento accessorio delle Forze di Polizia, ma si esclude la Polizia penitenziaria, o quando si sancisce il pagamento degli oneri accessori per alloggi collettivi, e accade con atti interni, quando, sempre esemplificando, al danno si unisce la beffa e, oltre agli oneri accessori, si impone agli appartenenti al Corpo accasermati il pagamento dei pasti alla mensa, che per gli operatori della Polizia di Stato sono gratuiti (in proposito si richiama la nota n. 9212 del 29 luglio 2019 di questa O.S., mai degnata di qualsivoglia riscontro).  L’elenco sarebbe peraltro lunghissimo, ma in questa sede ci si vuole soffermare su altro tema, che ha attinenza con un diritto (rectius: il diritto) primario dell’individuo, costituzionalmente tutelato, che è il diritto alla salute.  In un periodo in cui non sembrano esserci più dubbi sul trovarsi nella seconda ondata (e probabilmente non ancora nel pieno) della pandemia da SARS-Cov-2 che sta colpendo il Paese, non è stata infatti ancora riscontrata la nota n. 9566 del 16 aprile 2020 di questa Organizzazione Sindacale e relativa al riconoscimento dell’infortunio sul lavoro agli operatori del Corpo di polizia penitenziaria che abbiano contratto o contraggano il Covid-19 in occasione di servizio e in condizioni, come minimo, di rischio specifico (insito nel fatto stesso di espletare funzioni di polizia), né risulta siano state diramate direttive a riguardo. Diversamente, come quasi sempre del resto, il giorno successivo a quello di inoltro della missiva della UILPA Polizia Penitenziaria sopra richiamata, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Direzione Centrale di Sanità, con nota N.Prot. 850/A.A25-2825 del 17 aprile 2020, ha disposto esattamente nel senso sopra enunciato per gli appartenenti alla Polizia di Stato.

Pure per questo, dunque, si sollecita la S.V. a voler riscontrare la più volte richiamata nota di questa Organizzazione Sindacale (che si allega ad ogni buon fine in copia) e a impartire urgenti disposizioni che pongano fine e rimedio a quella che rischia di essere la più odiosa delle discriminazioni.

            Nell’attesa di un cortese cenno di riscontro, molti cordiali saluti.