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Comunicato Stampa del 28 ottobre 2010 – ore 21.30 / DETENUTO SUICIDA  A FOGGIA

UIL PA Penitenziari : E’  IL 56° DEL 2010 . Dichiarazione Stampa di Eugenio SARNO . Segretario Generale UILPA Penitenziari

Intorno alle ore 19.00 odierne,G.P. di 55 anni  originario di Foggia e detenuto per omicidio, ristretto nella “sezione precauzionale” del carcere cittadino si è suicidato mediante impiccagione nella propria cella.

E’ il 56° suicidio accertato in cella del 2010.

Ancora una volta non possiamo non connettere l’ennesima auto soppressione al sovraffollamento ed alle indegne condizioni detentive.

A Foggia quest’oggi erano presenti 731 detenuti a fronte di un capienza regolamentare di 403.

L’agente di servizio nulla ha potuto per salvare la vita al detenuto perché quando si è accorto dell’accaduto l’uomo era già cadavere.

Ci pare non inutile sottolineare come l’agente in servizio nel turno pomeridiano fosse preposto alla sorveglianza contemporanea di più sezioni per circa centoventi detenuti da sorvegliare.

Proprio sulle gravi carenze organiche il personale e le OO.SS. della polizia penitenziaria hanno più volte protestato e manifestato. Il 24 giugno sono state anche ricevute dal Prefetto di Foggia e qualche giorno fa una delegazione della UIL ha incontrato il Pres. Fini e l’ On. Bocchino.  

Come avevamo, con una certa facilità, previsto l’immobilismo dell’Amministrazione, del Ministro , del Governo e del Parlamento rispetto al dramma che si consuma ogni giorno all’interno delle nostre degradate galere produce i nefasti effetti, che sono sotto gli occhi di coloro che hanno volontà di vedere.

Mentre in silenzio e nel silenzio si allunga la lista dei morti penitenziari  non possiamo non testimoniare solidarietà, vicinanza e gratitudine a Marco Pannella  che da alcune settimane ha posto in essere una iniziativa non violenta per richiamare l’attenzione sullo stato del sistema penitenziario sempre più seppellito da queste morti, dalla violenza dilagante,dall’inciviltà, dall’invivibilità, dall’illegalità.              Evidentemente chi dovrebbe proporre, favorire e produrre soluzioni è diversamente impegnato nonchè attentamente distratto e distante dalla questione penitenziaria che si alimenta anche degli abusi e dei soprusi che il personale è costretto a subire sulla propria pelle.

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