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Comunicato Stampa 21 aprile 2011
            A Bologna muore un detenuto per sospetta overdose

 Questa mattina,  intorno alle ore 8.30, un detenuto di origine italiana B.M. di 40 anni,  detenuto alla Casa Circondariale “Dozza” di Bologna, che scontava una condanna definitiva per furto aggravato, è morto per sospetta overdose di sostanze stupefacenti . A darne notizia il Segretario Generale della UIL PA Penitenziari, Eugenio SARNO

 “ L’agente di servizio in sezione questa mattina , nel giro di controllo, si è reso conto che il detenuto accusava malori. Immediatamente ha allertato il servizio sanitario del carcere. A nulla sono valse le prime cure, essendo intervenuta la morte che dalle  prime e sommarie informazioni che filtrano dagli ambienti penitenziari parrebbe poter essere ascrivibile ad overdose  di sostanze stupefacenti”

 Questa tragedia riporta alla ribalta delle cronache la situazione in cui versa l’istituto penitenziario di Bologna

 “ Stamani alla Casa Circondariale di Bologna – informa SARNO a fronte di una disponibilità di 467 posti sono ristretti ben 1139 detenuti. Questa infernale situazione di sovraffollamento  è l’humus naturale in cui maturano certe tragedie. E’ bene sottolineare che il personale della Dozza, pur essendo gravato dalle croniche carenze organiche, cerca di gestire la situazione come meglio  può. Purtroppo la solitudine e l’abbandono in cui versano gli operatori delle prime linee penitenziarie non possono che favorire la deriva di morte e violenza che è possibile constatare in quasi tutte le strutture penitenziarie. Anche sul fronte del contrasto all’introduzione in carcere di sostanze stupefacenti, a Bologna,   pur avendo cercato di arginare il fenomeno con iniziative spontanee ed autonome messe in campo dalla polizia penitenziaria ben poco si può in mancanza degli strumenti adatti. In Emilia Romagna, infatti,  manca un Nucleo Cinofili Antidroga della Polizia Penitenziaria e le operazioni di controllo sono svolte manualmente dai baschi blu.”

 La UIL PA Penitenziari si appella, ancora una volta, al Ministro Alfano

 Il calvario cui è sottoposto il personale e l’inefficienza dell’intero sistema dovrebbero imporre al Ministro della Giustizia quella giusta  attenzione verso il problema che allo stato non c’è. Possiamo solo auspicare che durante o dopo le prossime festività pasquali il Ministro, il Governo, il Parlamento decidano di porre nelle loro agende il dramma che si consuma, ogni giorno, nelle nostre galere. E non pensiamo solo ai 18 suicidi in cella, ai circa 250 tentati suicidi, ai circa 1800 atti di autolesionismo grave, agli 83 agenti penitenziari feriti dai detenuti in questi primi quattro mesi del 2011. Noi ci riferiamo anche, se non soprattutto, alle incivili condizioni di detenzione che si affermano dalla presenza di circa 68mila detenuti a fronte di circa 43mila posti detentivi e alle degradate condizioni di molti istituti che rischiano letteralmente di crollare. Ci riferiamo all’impossibilità della polizia penitenziaria di assolvere alle proprie  funzioni istituzionali in relazione alla sicurezza, all’ordine e alla disciplina negli istituti penitenziari; all’impossibilità per gli operatori del trattamento di operare ancora in funzione della rieducazione e del reinserimento. Ci riferiamo alla inadeguatezza delle risorse finanziarie che determineranno a breve l’impossibilità per l’Amministrazione Penitenziaria di far fronte alle spese correnti (luce,acqua, gas, telefono), di garantire l’acquisto dei carburanti per i mezzi di trasporto, di poter garantire sinanche il vitto ordinario alla popolazione detenuta. Questo non è allarmismo gratuito, piuttosto lo scenario reale del prossimo futuro. Ne consegue che il, sempre più scarso, personale sarà costretto a lavorare con turni straordinari (che non saranno pagati) e a dover far fronte alle emergenze quotidiane nella solitudine e nell’abbandono. Per questo – conclude polemicamente il Segretario Generale della UIL Penitenziari – ci piacerebbe trovare nel nostro uovo di pasqua  quelle assunzioni da troppo tempo solo promesse e  l’attenzione vera della politica alla questione penitenziaria con le conseguenti soluzioni. Ci piace credere che un giorno il Parlamento possa riunirsi in sedute straordinarie, anche notturne, come del resto ha fatto recentemente per altre questioni di giustizia “

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