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ROMA, 10 maggio 2017“La straordinaria operazione di polizia di prevenzione e repressione effettuata presso la Casa Circondariale di Cosenza lunedì scorso è stata condotta esclusivamente dalla Polizia penitenziaria che ha dispiegato circa 90 unità e numerosi mezzi nonostante le gravissime carenze di uomini e di risorse che si registrano in Calabria”.

Esordisce così, Angelo Urso, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria alle notizie inesatte, diffuse probabilmente da stampa incolpevole, ma verosimilmente fuorviata da arguzie su cui sarebbe opportuno interrogarsi.

“L’operazione, sulle cui origini ed esiti vige naturalmente il massimo riserbo, – spiega il leader sindacale – è stata coordinata dal Nucleo Investigativo Centrale del Corpo ed espletata interamente dalle donne e dagli uomini del Polizia penitenziaria e non dai Carabinieri, come erroneamente riportato dagli organi d’informazione. D’altronde, non poteva essere altrimenti essendosi svolta all’interno del carcere cosentino, dove la Polizia penitenziaria ha competenza esclusiva e specialistica, senza nulla togliere peraltro alla preziosa collaborazione con i cugini delle altre tre forze di polizia del Paese”.

“Il lavoro del NIC (Nucleo Investigativo Centrale), di cui proprio in questi giorni si sta discutendo il decreto ministeriale di riorganizzazione, è di primissimo piano, condotto dalla Polizia penitenziaria in sordina, con silenziosa abnegazione, nella certezza che solo il riparo dalla ribalta della cronaca può garantire la piena efficacia dell’attività espletata, finalizzata esclusivamente a garantire la sicurezza dei cittadini e la libertà delle istituzioni repubblicane. Non a caso sono centinaia le deleghe affidate dall’autorità giudiziaria al NIC per fatti riguardanti anche il terrorismo internazionale e la criminalità organizzata e non solo direttamente attinenti all’universo penitenziario. Proprio in Calabria, peraltro, l’acume investigativo della Polizia penitenziaria ha anche recentemente consentito la cattura di pericolosi latitanti. Per questo ci permettiamo di rivolgere agli organi d’informazione – conclude Angelo Urso – un accorato appello affinché pure quando si parla di carcere e di Polizia penitenziaria si profonda ogni sforzo per un’attenta verifica delle fonti e delle notizie”.

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