Archivio attuale e storico di articoli di quotidiani, settimanili e giornali vari, in cui è citata la UILPA Penitenziari
ULTIM?ORA 20 gennaio 2011
Carceri - A poche ore dal suicidio di Sulmona, un detenuto si toglie la vita a Prato
Dichiarazione Stampa di Eugenio SARNO (Segretario Generale UIL PA Penitenziari)
Chi ha competenze politiche e amministrative, potrà anche continuare a perpetrare un ostinato, quanto offensivo, silenzio e negare risposte a chi, come noi, pone senza indugio e foglie di fico la questione penitenziaria in termini crudi e nudi. Ma non potrà sottrarsi, prima o poi, dall’affrontare la tragica realtà delle morti in cella. A poche ore del suicidio di Sulmona, oggi pomeriggio, intorno alle 16.00, un detenuto recluso a Prato si è tolto la vita impiccandosi nella propria cella. Si tratta di un giovane di 22 anni M.A. di origini siciliane.
Considerato che ne il Ministro della Giustizia ne il Governo pare abbiano intenzione di affrontare con determinazione e responsabilità il dramma penitenziario non ci resta che appellarci al Presidente Napolitano, e persino alle autorità ecclesiastiche, perché invitino autorevolmente coloro che possono, e dovrebbero, ad occuparsi e risolvere le tante, troppe criticità che affogano il nostro sistema penitenziario nell’illegalità, nell’inciviltà e nella disumanità. Il personale è solo e abbandonato. Sperduto nella drammaticità dell’emergenza. Un solo agente preposto alla sorveglianza di decine, centinaia, di detenuti è naturalmente impedito a prevenire morte e violenza dovendo badare soprattutto alla propria incolumità personale. Pertanto è da irresponsabili pensare di poter attivare, come si vuole fare proprio a Prato, nuove sezioni senza l’assegnazione di alcuna unità di polizia penitenziaria aggiuntiva.
COMUNICATO STAMPA 19 gennaio 2011
Carceri - A Sulmona il 3° suicidio del 2011 / SARNO : Alfano racconta favole
“ Mentre il Ministro Alfano, come Alice nel Paese delle meraviglie, è impegnato a raccontare in Parlamento di un sistema penitenziario che non c’è, nelle nostre prigioni e nella realtà quotidiana del penitenziario si continua a morire. A Sulmona ieri sera un detenuto si è tolto la vita mediante impiccagione. Salgono, così, a tre i suicidi di questo 2011. Con la media di uno ogni sei giorni. Forse a questo si riferiva Alfano quando parlava dei record conseguiti in materia penitenziaria dal Parlamento, giacchè di assunzioni non se ne intravedono ed i progetti restano tali “
Duro e diretto il commento del Segretario Generale della UIL PA Penitenziario, Eugenio SARNO, nel comunicare del suicidio di un internato egiziano recluso presso la Casa di Reclusione di Sulmona. Tawfik Mohammed, 71 anni proveniente dalla libertà vigilata era in carcere da due mesi .
“ Da tempo - inascoltati – abbiamo posto il problema dell’inadeguatezza strutturale della sezione internati a Sulmona. Per questa tipologia di reclusi occorrono ambienti ben diversi. Purtroppo al DAP , evidentemente, sono distratti dalla fregola edificatrice per interessarsi di cose reali. Eppure i due suicidi dello scorso anno, i 14 tentati suicidi, le aggressioni in danno del personale avrebbero dovuto costituire un importante campanello d’allarme”
La UIL PA Penitenziari sottolinea le gravi carenze organiche e, soprattutto, gli scarsi finanziamenti
“ Il Governo ha inteso ribadire lo stato di emergenza per le carceri. Ci pare un atto di assoluta ipocrisia. A cosa serve dichiarare lo stato di emergenza quando non solo si depauperano gli organici dei poliziotti penitenziari per inviarli a fere servizio nelle comode poltrone dei palazzi romani ma non si da corso alle promesse e annunciate assunzioni ? A cosa serve dichiarare – prosegue SARNO – lo stato di emergenza quando si operano tagli lineari del 30% ? I fondi stanziati dal Governo portano a poco più di 3 euro la somma per garantire il vitto quotidiano ai detenuti (colazione, pranzo e cena). Garantiscono circa il 50% del necessario per il pagamento dei canoni di acqua, luce, gas, elettricità, ecc. Il personale non potrà vedersi remunerate le indennità di missione perché sono stati stanziati solo 9 milioni a fronte dei 26 necessari. Ciò significherà, a breve, il blocco dei processi perché è impensabile che si potranno continuare a tradurre i detenuti con i soldi anticipati dai poliziotti. Alfano, dunque, avverta il bisogno di un confronto con le rappresentanze dei lavoratori e provi a raccontare a noi, che ben conosciamo le realtà, le favole che racconta in Parlamento. Sarebbe, invece, il caso che il Governo nella sua ineterzza si facesse carico del dramma penitenziario e riveda gli stanziamenti complessivi per il DAP, in modo da garantire, almeno, l’ordinaria amministrazione “
Articolo Stampa da Civonline del 17.01.11
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