13.12.10 - Sarno a La Russa: non comunisti, ma poliziotti incazzati
Dichiarazione stampa di Eugenio Sarno
Archivio attuale e storico di articoli di quotidiani, settimanili e giornali vari, in cui è citata la UILPA Penitenziari
Dichiarazione stampa di Eugenio Sarno
ULTIM’ORA del 13 dicembre 2010
Oggi i sindacati di polizia protestano in Piazza Montecitorio
Dichiarazione Stampa di Eugenio SARNO -Segretario Generale UIL PA Penitenziari
“Protestiamo per la presa presa in giro del Governo”
“Oggi, per l’intera giornata, le nostre bandiere torneranno in Piazza Montecitorio ad accompagnare la nostra protesta contro un Governo che non ha mantenuto fede ai patti ed agli impegni assunti con i rappresentanti delle forze di polizia. Il premier ed il Governo hanno tradito, quindi, la fiducia e le aspettative degli operatori della sicurezza. Di fronte a tale vergognosa presa in giro auspichiamo che gli onorevoli - poliziotti eletti nelle fila del PDL possano avere un sussulto di orgoglio e dignità, negando la fiducia ad un Governo che ha certificatamente disatteso promesse, impegni e patti ! “
Eugenio SARNO , Segretario Generale della UIL PA Penitenziari , ritorna a spiegare il perché quest’oggi quasi tutte le organizzazioni sindacali delle forze di polizia e dei vigili del fuoco sono in piazza a protestare
“ A Settembre – ricorda SARNO - abbiamo chiuso l’accordo economico del biennio 2008-2009 per il Comparto Sicurezza e Difesa solo per senso di responsabilità ed anche perché abbiamo voluto dare credito al Governo, che si era formalmente impegnato a salvaguardare la specificità del Comparto attraverso l’esclusione dal blocco triennale le indennità stipendiali per poliziotti e militari. Invece, inopinatamente, in sede di conversione del pacchetto sicurezza, è stato ritirato un emendamento della maggioranza che rendeva concreti gli impegni assunti dallo stesso Governo. Per i prossimi tre, se non si modificano le attuali norme, gli appartenenti al Comparto Sicurezza e Difesa saranno i lavoratori che pagheranno il più alto prezzo della politica economica del Governo Berlusconi. Ci saranno poliziotti e militari che nel prossimo triennio potrebbero pagare, per l’articolazione degli stipendi e per gli avanzamenti di carriera, un tributo sino a tremilaciquecento euro annui. Altro che attenzione e specificità. Questo governo non solo vampirizza i nostri stipendi quanto rende concreto il rischio che nel prossimo triennio anni si debbano prestare servizi straordinari e missioni gratuitamente, in ragione dei tetti contributivi previsti da Tremonti. Oggi – chiude SARNO – portiamo in piazza la delusione, la rabbia e la frustrazione di uomini e donne che sacrificano la propria vita per assicurare giustizia, sicurezza e legalità e che debbono subire l’oltraggiosa indifferenza di un Governo sempre pronto ad appropriarsi indebitamente di successi, che non gli appartengono, nel mentre nega alle forze di polizia i mezzi, le risorse e gli uomini necessari per garantire la lotta al crimine organizzato e all’evasione fiscale nonché una rigorosa, puntuale e civile custodia dei criminali detenuti”
La UIL visita la Casa Circondariale di Pescara- Comunicato stampa -
Articolo stampa da Il Fatto Quotidiano
Comunicato Stampa – 8 dicembre 2010
Sarno (UIL)- Incendi in carcere : L’Italia come il Cile
“ Mentre commentiamo stupiti ed attoniti l’incendio sviluppatosi nel penitenziario di Santiago del Cile, che ha portato alla perdita di circa 80 vite umane, il nostro preoccupato pensiero non può non andare alle disastrate condizioni del sistema carcere italiano perché per noi è ben chiaro che ciò che è successo in Cile può capitare, in ogni momento ed in ogni dove, anche nel nostro Paese. Con le stesse nefande conseguenze”
I tragici fatti di cronaca che giungono dalla capitale cilena scuotono il Segretario Generale della UIL PA Penitenziari, Eugenio SARNO, che cogli l’occasione per rilanciare l’allarme sulla scarsa sicurezza delle strutture penitenziarie italiane
“ Premetto che il nostro è , e vuole essere, un grido di allarme razionale e motivato, non un esercizio di inutile allarmismo. Per noi, che ben conosciamo la realtà penitenziaria italiana, è sin troppo facile pronosticare che simili tragedie possono verificarsi anche nella maggior parte delle carceri italiane. Noi della UIL, che abbiamo anche l’abitudine di visitare gli istituti penitenziari, non omettiamo mai di denunciare situazioni di rischio e pericolo derivanti dallo stoccaggio di materiali non ignifughi (vecchi materassi, coperte e lenzuola) in locali non adeguatamente attrezzati con impianti di rilevazione dei fumi o antincendio. Così come non è raro trovare archivi cartacei sistemati in luoghi improbabili senza alcuna strumentazione di controllo e di allarme. Evidentemente nemmeno la notte di fuoco alle Vallette di Torino (3 giugno 1989, 11 morti) è servita all’Amministrazione Penitenziaria per un adeguamento degli impianti e degli standard antincendio. Sempre più spesso – sottolinea Eugenio SARNO – siamo nelle condizioni di verificare negli istituti penitenziari la mancata o ritardata manutenzione degli estintori e l’inadeguatezza degli impianti di spegnimento con idranti, che in taluni casi sono fuorigioco per la mancanza di acqua. Questo significa che in caso di incendio, soprattutto in ore notturne, il pericolo di vere e proprie stragi è molto di più che una mera ipotesi di scuola. Tra l’altro la carenza di personale in tali ore non lascerebbe alcuna possibilità di salvare vite umane. Come sempre, il personale di fronte a situazioni del genere dovrà fare ricorso, esclusivamente, alle proprie capacità, al proprio intuito e alla propria esperienza, stante la quasi totale mancata redazione e comunicazione dei piani e delle modalità di evacuazione”
Dall’alto della propria esperienza sul campo il Segretario della UIL PA Penitenziari si cimenta nella descrizione di cosa potrebbe capitare in un qualsiasi istituto penitenziario in caso di incendio in ore notturne
“ In quasi tutti gli istituti, a prescindere dalle dimensioni, di notte un solo agente è preposto a due-tre sezioni e, quindi, potrebbe aprire le celle ( con una sola chiave) quando e se il caposervizio rende disponibili e porta sul posto le chiavi. Gli idranti non funzionerebbero per il blocco dei rifornimenti idrici disposti per il ricarico dei serbatoi; gli estintori potrebbero non funzionare per la mancata o ritardata manutenzione. Gli allarmi scatterebbero in ritardo perché i centralini sono chiusi e i mezzi di soccorso potrebbero essere non immediatamente disponibili perché quasi tutte le carceri sono sprovviste di autoambulanza. Il personale medico non sarebbe immediatamente disponibile perché in moltissime strutture penitenziarie il servizio medico non è assicurato in loco ma solo attraverso il servizio di guardia medica. Credo ce ne sia abbastanza – chiude il Segretario Generale della UIL PA Penitenziari – perché si comprenda bene quali siano i rischi e quante siano le defezioni in tema di sicurezza. Ma c’ qualcuno, siano essi direttori generali di ASL, prefetti, sindaci, politici cui interessa tutto ciò ?”