02.11.10 - Monza: turni massacranti

Archivio attuale e storico di articoli di quotidiani, settimanili e giornali vari, in cui è citata la UILPA Penitenziari
Comunicato Stampa 30 ottobre 29010
C.C. GENOVA MARASSI - Rissa alla 6^ sezione
Dichiarazione Stampa di Eugenio SARNO ( Segretario Generale UIL PA Penitenziari)
Questa mattina intorno alle 10.00 un detenuto marocchino, noto per le sue intemperanze, è stato oggetto di violenta aggressione da parte di una decina di detenuti di nazionalità italiana. L’episodio si è verificato al 2° Piano della 6^ sezione del carcere genovese di Marassi.
Il pronto intervento degli agenti penitenziari in servizio ha evitato peggiori conseguenze per l’incolumità del detenuto maghrebino.
Nonostante le botte ricevute e le lesioni riportate lo stesso ha trovato la forza di tentare di aggredire con una lametta il personale che lo stava portando, precauzionalmente, in altra sezione . Per tali ragioni dopo essere stato sottoposto a visita medica il predetto detenuto è ora al Piano Terra della 6^ sezione, legato al letto di contenzione.
Nel tentativo di riportare l’ordine e la disciplina, inoltre, alcuni agenti penitenziari sono stati feriti e le loro condizioni fisiche sono al vaglio dei medici del pronto soccorso presso l’ospedale dove sono stati trasportati
Questa della promiscuità tra etnie è una delle tante criticità che il personale deve cercare, in splendida solitudine, di gestire.
A Marassi già più volte si sono registrati episodi di violenza e risse tra detenuti di estrazione diversa.
Le difficoltà di linguaggio, le diverse culture e religioni, i diversi usi e costumi in un quadro di grave sovrappopolamento delle strutture penitenziarie alimentano le tensioni che sfociano in violenza.
Violenze che per l’esiguità degli organici e la scarsità delle risorse logistiche non possono essere ne prevenute ne gestite ne controllate.
Sia ben chiaro che i nostri penitenziari sono sempre più terra di nessuno. Praterie di conquista dei violenti e dei boss che impongono regole e codici. D’altro è ben chiara l’impotenza degli agenti penitenziari chiamati a sorvegliare, da soli, centinaia di detenuti. Agenti che non possono contare su alcuna arma o mezzo di difesa e debbono, quindi, affidarsi ai soli mezzi di cui possono disporre : buon senso, tolleranza, arguzia, intelligenza, professionalità.
Ma i 208 poliziotti penitenziari aggrediti e feriti dai detenuti , in questo 2010, certificano che a volte non bastano nemmeno tali doti.
Vogliamo solo auspicare che non sia necessaria una immane tragedia perché il pendolo emotivo, che regola l’attenzione verso il carcere, faccia accendere i riflettori sulle degradate, incivili, illegali condizioni della detenzione e sulle infamanti condizioni di lavoro.
Evidentemente non bastano i 25mila detenuti in più rispetto alle capacità ricettive, le 6500 unità di pol.pen. vacanti, i 57 suicidi, i circa 1000 tentati suicidi, i 5000 atti di autolesionismo grave, i 15 detenuti evasi, le 13 evasioni sventate (oltre ai già citati 200 agenti feriti) perché la politica ed i politici volgano sguardo e l’ attenzione verso quelle discariche sociali, contenitori del disagio, che sono le nostre prigioni.
Comunicato Stampa del 29 ottobre 2010-
Carceri: A Bologna il 57° suicidio in cella
SARNO (UIL) : “E’ una ecatombe senza fine”
“Da poco più di un ora, intorno alle 11.30, un detenuto 32enne, P.G., sloveno si è suicidato nel carcere bolognese del Dozza. Il detenuto ha usato come cappio per l’impiccagione i lacci delle scarpe e il suicidio è avvenuto nei locali delle docce”
Ne da comunicazione Il Segretario Generale della UIL PA Penitenziari, Eugenio SARNO
“Questa dei suicidi in cella è una ecatombe senza fine. Nessuno tra politici, operatori penitenziari, addetti all’informazione non può non subirne gli effetti sociali e morali.“E’ del tutto evidente, però, che i livelli di responsabilità sono diversi e ben delineati. Abbiamo molte difficoltà a comprendere come mai l’informazione sia predisposta ad una deriva gossippara e non sembra interessata ad approfondire quello che ogni giorno di più appare essere ciò che è: un dramma umanitario, sanitario e sociale. Analogamente – prosegue SARNO - abbiamo qualche difficoltà a comprendere l’immobilismo della politica e le azzardate dichiarazioni di attenzione verso l’universo penitenziario, che dai più disparati versanti politici, ogni tanto ci raggiungono. Questi 57 corpi esanimi dovrebbero rappresentare 57 macigni sulle coscienze di chi dovrebbe, potrebbe, gestire e risolvere ma non lo fa. Le 6.500 unità mancanti alla Polizia Penitenziaria, i 600 Educatori e i 500 Assistenti Sociali in meno, i circa 25.000 detenuti in più, le degradate e invivibili condizioni delle nostre prigioni, sono l’humus in cui prosperano disperazione, depressione e violenza. Forse è giunta davvero l’ora di dire a chiare lettere che la tanto reclamata e propagandata riforma della giustizia non può prescindere da una incisiva e concreta attenzione risolutiva verso il mondo penitenziario. “
Comunicato Stampa del 28 ottobre 2010 – ore 21.30 / DETENUTO SUICIDA A FOGGIA
UIL PA Penitenziari : E’ IL 56° DEL 2010 . Dichiarazione Stampa di Eugenio SARNO . Segretario Generale UILPA Penitenziari
Intorno alle ore 19.00 odierne,G.P. di 55 anni originario di Foggia e detenuto per omicidio, ristretto nella “sezione precauzionale” del carcere cittadino si è suicidato mediante impiccagione nella propria cella.
E’ il 56° suicidio accertato in cella del 2010.
Ancora una volta non possiamo non connettere l’ennesima auto soppressione al sovraffollamento ed alle indegne condizioni detentive.
A Foggia quest’oggi erano presenti 731 detenuti a fronte di un capienza regolamentare di 403.
L’agente di servizio nulla ha potuto per salvare la vita al detenuto perché quando si è accorto dell’accaduto l’uomo era già cadavere.
Ci pare non inutile sottolineare come l’agente in servizio nel turno pomeridiano fosse preposto alla sorveglianza contemporanea di più sezioni per circa centoventi detenuti da sorvegliare.
Proprio sulle gravi carenze organiche il personale e le OO.SS. della polizia penitenziaria hanno più volte protestato e manifestato. Il 24 giugno sono state anche ricevute dal Prefetto di Foggia e qualche giorno fa una delegazione della UIL ha incontrato il Pres. Fini e l’ On. Bocchino.
Come avevamo, con una certa facilità, previsto l’immobilismo dell’Amministrazione, del Ministro , del Governo e del Parlamento rispetto al dramma che si consuma ogni giorno all’interno delle nostre degradate galere produce i nefasti effetti, che sono sotto gli occhi di coloro che hanno volontà di vedere.
Mentre in silenzio e nel silenzio si allunga la lista dei morti penitenziari non possiamo non testimoniare solidarietà, vicinanza e gratitudine a Marco Pannella che da alcune settimane ha posto in essere una iniziativa non violenta per richiamare l’attenzione sullo stato del sistema penitenziario sempre più seppellito da queste morti, dalla violenza dilagante,dall’inciviltà, dall’invivibilità, dall’illegalità. Evidentemente chi dovrebbe proporre, favorire e produrre soluzioni è diversamente impegnato nonchè attentamente distratto e distante dalla questione penitenziaria che si alimenta anche degli abusi e dei soprusi che il personale è costretto a subire sulla propria pelle.
Rassegna stampa