15.06.10 - Bolzano - Manifestazione della UIL a via Dante - Rassegna Stampa -
Bolzano - Rassegna stampa da Dolomiten e Alto Adige sul sit-in di protesta davanti all'istituto di via Dante
Archivio attuale e storico di articoli di quotidiani, settimanili e giornali vari, in cui è citata la UILPA Penitenziari
Bolzano - Rassegna stampa da Dolomiten e Alto Adige sul sit-in di protesta davanti all'istituto di via Dante
Articolo UNITA' di Modena
COMUNICATO STAMPA 17 giugno 2010
Carceri – Nel 2010 sono 51 i suicidi sventati !
SARNO (UIL) : Si riconoscano meriti di polizia penitenziaria
“ Ieri pomeriggio un detenuto recluso nell’istituto penitenziario di Parma ha tentato di impiccarsi ed è stato salvato in extremis dagli agenti penitenziari. E’ il 51° tentativo di suicidio sventato dalla polizia penitenziaria dal 1 gennaio 2010 ad oggi. “
Ne da comunicazione Eugenio SARNO, Segretario Generale della UIL PA Penitenziari, che aggiunge :
“ Nel solo mese di Giugno sono ben otto i suicidi sventati dai poliziotti penitenziari. Il 4 Giugno a San Remo; il 9 a Brescia; l’ 11 a Venezia; il 12 a Parma; il 13 ad Avellino; il 14 ben due tentati suicidi sventati al Buoncammino di Cagliari; ieri ancora a Parma. E’ del tutto evidente, quindi, come alla luce di questi dati il grave fenomeno delle auto soppressioni in carcere assuma contorni ancora più preoccupanti. “
La UIL PA Penitenziari sottolinea come vi sia scarsa attenzione dei media sul dramma penitenziario
“ E’ palese che senza questi provvidenziali, quanto tempestivi, interventi del personale di polizia penitenziaria la funesta conta delle auto soppressioni in cella del 2010 (oggi a quota 32) avrebbe, ahinoi, ben altri numeri. Dobbiamo, purtroppo, rilevare come i mass-media, salvo sporadiche eccezioni, tendano a sottovalutare la portata del dramma umanitario e sanitario che si vive all’interno delle nostre prigioni. Così come in genere si ignora il determinante contributo che i poliziotti penitenziari forniscono nel salvataggio di vite umane all’interno delle carceri. Sebbene a queste persone nessuno ha imparato ad ascoltare il sordo rumore dello sgabello che cade, chiaro e sinistro avviso di una vita che sta per spegnersi, coniugano al dovere di sorvegliare il costante impegno nella prevenzione dei suicidi e degli atti autolesionistici . Purtroppo questo dato eclatante non viene solo ignorato dai mass media, quanto dalla stessa Amministrazione Penitenziaria, che nulla muove per valorizzare meriti ed impegno del proprio personale . “
Eugenio SARNO non manca di sottolineare il trend di crescita della popolazione detenuta e di denunciare le condizioni di vita e di lavoro all’interno delle carceri
“ Con il superamento delle 68mila presenze, a fronte di una disponibilità massima di 43mila, le condizioni detentive si connotano sempre più per degrado, inciviltà, disumanità, illegalità. Analogamente le condizioni di lavoro per la polizia penitenziaria diventano ogni giorno sempre più penalizzanti ed afflittive. La gravissima deficienza organica, unanimemente riconosciuta, grava come un macigno sulle incolpevoli spalle degli operatori di prima linea costretti a prestare la propria opera in strutture sempre più simili a lazzaretti e discariche del disagio sociale . Le settemila unità che mancano agli organici dei baschi blu sono un vuoto da colmare con urgenza. Non solo non si potrà garantire la fruizione dei diritti soggettivi elementari (riposi e ferie), quanto sarà sempre meno possibile operare in funzione della sicurezza e della prevenzione. Per questo condanniamo senza appello l’immobilismo e l’ipocrisia del ceto politico che finge di indignarsi per le indegne condizioni delle carceri e per le infamanti condizioni di lavoro del personale, salvo restare immobile quando si tratta di determinare soluzioni. Ecco perché quelle morti sono morti che pesano anche sulle loro coscienze. “
Visita alla C.C.le Savona Articolo da Savonanews 15.06.10 -
COMUNICATO STAMPA 15 Giugno 2010
Genova Marassi: – Riprende la protesta dei detenuti
“Una rumorosissima protesta, è stata messa in atto, ieri a tarda sera, dai detenuti ristretti nel penitenziario genovese di Marassi. Dalle 22.00 alle 23.00 in tutte le sezioni i detenuti hanno battuto stoviglie e pentolame alle grate e alle porte delle celle. La situazione è stata tenuta sotto controllo dal personale di Polizia Penitenziaria”
A darne comunicazione è il Segretario Generale della UIL PA PENITENZIARI , Eugenio SARNO, che sottolinea le particolari condizioni in cui versa Marassi
“ I detenuti protestano contro il sovrappopolamento e contro le deficienze organizzative dell’istituto. Di certo la situazione di Marassi non può definirsi ottimale, nemmeno normale. Rispetto alla capienza regolamentare di 456 detenuti, sono ristretti circa 760 detenuti. In alcune celle sono stipate otto persone, quando al massimo potrebbero contenerne quattro. Con il caldo, poi, la tensione e l’intolleranza aumentano fino a sfociare in violenza. Il Personale di Polizia Penitenziaria, infine, sconta una carenza organica di circa 150 unità dovuta anche ad una gestione cervellotica e disarticolata delle risorse umane.”
Il Segretario Generale della UIL PA Penitenziari presiederà il prossimo 1 Luglio un’assemblea al carcere San Remo e si recherà in visita a Genova Marasso il 2 Luglio
“ Credo che la situazione di Marassi rappresenti una delle criticità più manifeste e ritengo poter collocare il sistema penitenziario ligure tra i punti di caduta più evidenti del disastrato panorama nazionale. Voglio portare la mia personale vicinanza ai lavoratori di Marassi e della Liguria, ma anche approfondire alcuni aspetti di gestione del personale. Credo sia giusto approfondire le ragioni per le quali nonostante la dedizione e l’impegno dei poliziotti penitenziari della Liguria alcune Direzioni ritengano poter/dover penalizzare tale personale attraverso una revisione in peius dei giudizi annuali, che hanno dirette conseguenze sulle carriere. In questo momento così drammatico per l’intero universo penitenziario piuttosto che motivare il personale offrendo comprensione e disponibilità, persino con le classiche “pacche sulle spalle”, si afferma un modello di gestione autoritario che deprime, offende ed indigna. Questo modello di Amministrazione autoreferenziale, nemica e distante va contrastato con forza”
Sulle recenti polemiche in relazione ai suicidi, all’uso delle manette ed all’affettività in carcere il Segretario della UIL PA Penitenziari rende note le posizioni del sindacato
“ Ho già avuto modo di dire che la visione superficiale e minimalista del Sottosegretario Casellati sui suicidi in carcere non aiuta alla comprensione del grave fenomeno. E’ lampante che l’aumento esponenziale delle autosoppressioni in cella è dovuto soprattutto all’ inciviltà e all’afflittività della detenzione, conseguenze dell’insostenibile sovrappopolamento. Per quanto concerne le manette, mi limito a ricordare che solo un espresso divieto delle Autorità Giudiziarie competenti può impedirne l’uso. Senza tale espresso divieto il personale ha l’obbligo di apporre la manette ai detenuti. Per quanto concerne l’affettività in carcere – conclude Eugenio SARNO - ritengo che sia un aspetto da approfondire con cautela e competenza. Anche qui la Casellati sbaglia tempi e modi per porre la questione, alla stregua di un dilettante della comunicazione. Occorre maggiore responsabilità nel porre questioni delicate, com’ è l’affettività in carcere. Piuttosto che caratterizzarsi per una loquacità inconcludente, inviterei il Sottosegretario Casellati ad un confronto con gli esperti in materia. Alcuni percorsi vanno verificati, progettati e , poi, annunciati. “