60° suicidio tra i detenuti - La UILPA PP al TG3 Toscana
60° suicidio tra i detenuti - La UILPA PP al TG3 Toscana - 28 luglio 2024 - Ore 19.30
Archivio attuale e storico di articoli di quotidiani, settimanili e giornali vari, in cui è citata la UILPA Penitenziari
60° suicidio tra i detenuti - La UILPA PP al TG3 Toscana - 28 luglio 2024 - Ore 19.30
Roma, 28 Lug. – “Mentre presso la Casa Circondariale di Velletri sono tuttora in corso pesantissimi disordini, al carcere capitolino di Regina Coeli un centinaio di detenuti della terza sezione si rifiuta di rientrare dai cortili passeggio. Alla base della resistenza, pare che vi siano i timori per possibili conseguenze disciplinari a seguito di scontri fisici, fra reclusi, registrati ieri”.
Lo afferma Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Le carceri sono ormai polveriere, mentre al Governo fanno finta di nulla. A Regina Coeli, a fronte di 600 posti disponibili, sono ammassati circa 1.130 detenuti, peggio che in una qualsiasi stalla dov’è necessario rispettare regole più stringenti. A gestirli, poi, circa 350 Poliziotti penitenziari assegnati, quando ne sarebbero necessari almeno 709. Per non parlare delle pessime condizioni della struttura”, spiega il Segretario della UILPA PP.
“Considerando tutto ciò che sta avvenendo in queste ore, senza che alcuno dall’Esecutivo batta ciglio, ci chiediamo cosa si aspetti. Possibile che non è chiaro dalle parti di Palazzo Chigi che rischia di accadere molto più e molto peggio di quanto successo nel marzo del 2020, quando allo scoppiare della pandemia per Covid-19 vi furono pesantissime sommosse in decine di carceri e si contarono 13 morti? Temiamo di star vivendo la pandemia dell’indifferenza della politica di maggioranza, che si cimenta in farneticazioni discettando del nulla”, conclude De Fazio.
Roma, 28 Lug. – “Ci giungono notizie, ancora frammentarie e disarticolate, di pesanti disordini presso la Casa Circondariale di Velletri, dove in 412 posti regolamentari sono stipati circa 600 detenuti, gestiti da poco più della metà del personale di Polizia penitenziaria necessario, con meno di 200 unità assegnate a fronte di un fabbisogno di 390. Sul posto sarebbero intervenuti anche i vigili del fuoco e sarebbero stati inviati rinforzi della Polizia penitenziaria da tutta la regione Lazio. Pare sia presente anche il Magistrato di sorveglianza”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Noi continuiamo a ripeterlo, le carceri sono un inferno, ben al di là delle condizioni climatiche di questi giorni, e lo sono sia per i detenuti sia per la Polizia penitenziaria, che al di là della propaganda, continua a essere abbandonata a se stessa e disorganizzata mentre si discetta di improbabili Gruppi di Intervento Operativo, solo sulla carta, e comunque addirittura dannosi in questa situazione. Se non si adotteranno misure immediate e realmente efficaci, temiamo che in autunno ritroveremo solo macerie a ricoprire cadaveri. Il Governo ponga fine e alle chiacchiere e vari misure veramente incisive per fronteggiare un’emergenza senza precedenti negli ultimi 25 anni”, prosegue il Segretario della UILPA PP.
“Alla Premier, Giorgia Meloni, non interessano più le carceri, i detenuti e chi vi lavora? Metta ordine alle dichiarazioni fra loro contrastanti del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e del suo Sottosegretario con delega ai detenuti, Andrea Ostellari, e faccia sapere se e cosa intende fare prima che la situazione precipiti in maniera irrecuperabile”, conclude De Fazio
Roma, 28 Lug. – “Solo l’altro ieri il Sottosegretario al Ministero della Giustizia con delega ai detenuti, Andrea Ostellari, ha dichiarato che tutti i nostri istituti sono regolamentari tenendo conto del parametro ‘metri per detenuto’, spingendosi, evidentemente, fino a smentire il Presidente Mattarella che solo poche ore prima aveva parlato di condizioni penitenziarie indecorose per un paese civile. Oggi, su un quotidiano, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ritorna sulla questione ribadendo che il sovraffollamento carcerario è un problema da affrontare con raziocinio. Proprio quel raziocinio che, palesemente, non si riscontra tra le dichiarazioni contrastanti del Guardasigilli e del suo delegato, che non fanno altro che alimentare la confusione e allontanare la risoluzione dei problemi”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“La verità è che le carceri trasbordano di essere umani, non di rado trattati peggio di bestiame, con 14.500 detenuti in più rispetto ai posti disponibili e che solo nel 2023 la magistratura di sorveglianza ha dovuto riconoscere misure risarcitorie nei confronti di 4.731 reclusi sottoposti a trattamenti inumani a degradanti, mentre 9.344 sono ancora i contenziosi pendenti, attivati, beninteso, da chi è nelle facoltà di pagarsi un avvocato. Da considerare che la misura risarcitoria può consistere, oltre che in un indennizzo economico (8 euro al giorno), in uno sconto di pena di un giorno ogni dieci. In pratica, una liberazione anticipata nei confronti di chi si può permettere un legale e a prescindere dal comportamento in carcere”, spiega il Segretario della UILPA PP.
“A tutto ciò fa da contraltare l’abbandono della Polizia penitenziaria, cui mancano al fabbisogno organico oltre 18mila unità, deficienze strutturali, infrastrutturali e logistiche unite a disorganizzazione imperante. Del resto, il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, si è ricordato di convocare le organizzazioni sindacali, dopo il primo saluto di presentazione, per mercoledì prossimo, vale a dire il 31 luglio, a oltre un anno e mezzo dal suo insediamento, per discutere di ‘interventi in sede territoriale e centrale’. Interventi, che, nella migliore delle ipotesi, potrebbero avviarsi da settembre, quando rischieremo di trovare solo macerie a coprire cadaveri. Nelle carceri sono giorni di tensioni, proteste e disordini collettivi. Firenze, Trieste, Torino, Novara, Venezia, Gorizia, Prato, Rieti, Roma, Carinola, Foggia, Vibo Valentia, Caltagirone, Cagliari, sono solo alcuni degli istituti dove si sono di recente registrati forti tensioni e disordini, che, lo ripetiamo, sono per lo più generalizzati. Dal Governo la smettano con le chiacchiere e, rispetto all’inconsistente retorica degli inquilini di Via Arenula, la Premier, Giorgia Meloni, faccia sentire la sua voce. Siamo molto preoccupati, il rischio è enorme, nessuno potrà dire che non sapeva…”, conclude De Fazio.
Roma, 28 Lug. – “Solo 27 anni, italiano, alcune condanne definitive con fine pena nel 2032, si è impiccato ieri sera nella sua cella della Casa Circondariale di Prato. Subito soccorso e condotto in ospedale, è spirato poco dopo. Si tratta del 60esimo suicidio di un detenuto nel corso dell’anno, cui vanno aggiunti 6 appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita. Una carneficina mai vista in precedenza”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Così, mentre per il Sottosegretario al Ministero della Giustizia, con delega ai detenuti, Andrea Ostellari, le carceri sono regolamentari e non c’è sovraffollamento, il Guardasigilli, Carlo Nordio, parla di problema del sovraffollamento da affrontare con raziocinio. Esattamente quel raziocinio che non si rinviene nelle loro affermazioni contrastanti e nelle farneticazioni del Sottosegretario, spintosi, evidentemente, fino a smentire il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che solo qualche giorno fa aveva definito la situazione penitenziaria indecorosa per un paese civile”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.
“Sono 14.500 i detenuti in più rispetto ai posti disponibili e, nel solo 2023, sono stati ben 4.731 i reclusi nei confronti dei quali la magistratura di sorveglianza ha dovuto riconoscere rimedi risarcitori per trattamento inumano e degradante. Risarcimenti, peraltro, la cui procedura viene attivata solo da chi è nelle condizioni di pagarsi un avvocato. Ciò a fronte di oltre 18mila unità mancanti al fabbisogno organico della Polizia penitenziaria, carenze di ogni genere e disorganizzazione imperante. Prova ne siano le tensioni, le proteste fino ai disordini collettivi che stanno interessando quotidianamente una vastità di carceri, dal nord al sud, isole comprese. Proprio a Prato una delle ultime proteste collettive, solo 36 ore fa”, spiega il dirigente sindacale.
“Siamo stanchi delle stomachevoli chiacchiere del Governo, servono immediati provvedimenti o l’estate sarà tragica con il rischio di avere in autunno macerie al costo di vite umane rispetto alle quali non possono non esserci responsabilità e, di certo, non possono rinvenirsi in capo a coloro che con diuturno sacrificio, sottoposti a turnazioni massacranti, fanno ciò che possono nelle trincee carcerarie per conto di uno Stato che non è in grado, o forse non vuole, rispettare le regole che si è dato. Servono provvedimenti efficaci e ad effetto immediato che non si rinvengono minimamente né nel decreto-legge n. 92, meglio noto come ‘carcere sicuro’ (sic!), né tantomeno nella legge di conversione per come sta emergendo dalla Commissione Giustizia del Senato. La Presidente del Consiglio batta un colpo, non foss’altro, per mettere ordine nelle libere e creative interpretazione degli inquilini di Via Arenula”, conclude De Fazio.