Presunti maltrattamenti e torture ai minori nel carcere Beccaria, 13 arresti - TG 2000
Presunti maltrattamenti e torture al carcere minorile Beccaria di Milano. Tredici agenti arrestati e otto sospesi. Servizio di David Murgia. TG 2000.
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Presunti maltrattamenti e torture al carcere minorile Beccaria di Milano. Tredici agenti arrestati e otto sospesi. Servizio di David Murgia. TG 2000.
IPM Milano: Arresti e sospensioni - Il Segretario Generale della UIlpa POlizia Penitenziaria al Tg5 (edizione delle ore 13.00 del 22 aprile 2024).
IPM Milano: Arresti e sospensioni - La UILPA PP a Radio 24 - Ascolta qui l'intervista, leggi qui il comunicato stampa.
Comunicato stampa del 22 aprile 2024 - Carceri: Minorile Milano, siamo sgomenti e increduli
Roma, 22 Apr. – “Le notizie che provengono dall’Istituto Penale per Minorenni Cesare Beccaria di Milano, con appartenenti alla Polizia penitenziaria arrestati e sospesi con pesantissime accuse, ci lasciano sgomenti e increduli. Naturalmente, nutriamo incondizionata fiducia negli inquirenti, fra cui la stessa Polizia penitenziaria, e nella magistratura e auspichiamo che si faccia presto piena luce sull’accaduto. Nondimeno, richiamiamo la presunzione d’innocenza e speriamo, in cuor nostro, che gli appartenenti al Corpo coinvolti riescano a dimostrare la correttezza del loro operato”.
Così Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commenta la notizia degli arresti e delle sospensioni dal servizio per numerosi appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria in servizio al Beccaria di Milano.
“In ogni caso, a prescindere da quello che sarà l’accertamento processuale dei fatti, la disfunzionalità del sistema d’esecuzione penale, specie quello inframurario, sia per adulti sia per minori è conclamata, laddove evidentemente non garantisce né custoditi né custodi e, anzi, incattivisce le coscienze generando e alimentando violenze e atrocità, talvolta, da ambo le parti delle inferriate. Ora ascolteremo i soliti discorsi da politici e governanti, ma spenti i riflettori tutto tornerà come prima. Servono riforme immediate e un decreto carceri, con procedure d’urgenza, per mettere in sicurezza il sistema. Fra suicidi, 32 fra i detenuti e 4 fra gli agenti dall’inizio dell’anno, omicidi, violenze e sofferenze di ogni genere, non se ne può più. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, almeno questa volta evitino le passerelle e aprano immediatamente un confronto serio, noi siamo come sempre pronti a offrire il nostro contributo d’analisi, idee e proposte”, conclude De Fazio.
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Roma, 19 Apr. – “Il Re è nudo! Dopo il tanto propagandare assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria dai numeri apparentemente mirabolanti, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, per mano del suo Capo, Giovanni Russo, è costretto a venire allo scoperto e a mettere nero su bianco di ‘non riuscire a recuperare il gap assunzionale’, problema a cui si devono ‘aggiungere, inoltre, le criticità connesse all’aumento esponenziale delle cessazioni dal servizio che si registreranno nel quinquennio 2023-2027’. Questo si legge in una nota indirizzata, dal Capo del DAP, all’Ufficio per il Coordinamento e la Pianificazione delle Forze di Polizia con la quale, ciliegina sulla torta, per porre rimedio a una spaventosa voragine organica si chiede di valutare la possibilità, seppur su base volontaria, di trattenere in servizio i poliziotti per due anni oltre il limite d’età ordinamentale”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Quella del Capo del DAP è un’entrata a gamba tesa, non preventivamente discussa con le Organizzazioni Sindacali, e muove in direzione opposta alla necessità di svecchiamento dell’età media degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria. Senza contare che oltre la metà dei pensionamenti avviene a domanda o per ragioni sanitarie e non per sopraggiunti limiti d’età. Insomma, la pezza è peggio del buco. Da tempo denunciamo il vuoto nel Corpo di polizia penitenziaria, cui mancano 18mila unità rispetto al fabbisogno, che si fa di anno in anno più pesante perché le assunzioni non coprono le cessazioni dal servizio. Questo anche perché le politiche passate hanno condotto a dismettere diverse scuole di formazione e, adesso, come scrive pure il Capo del DAP, non sono sufficienti. Allora, anziché fantasticare sull’improbabile riconversione in carcere di caserme delle forze armate inutilizzate, perché non impiegarle a scopi didattici per la Polizia penitenziaria? A pensar male si fa peccato, ma noi siamo umanamente peccatori e abbiamo la netta sensazione che l’indisponibilità delle scuole sia solo l’alibi per non assumere e ridurre la formazione. Parallelamente, infatti, si sta operando per limitare il corso iniziale per gli agenti, quasi sempre l’unico in carriera, a soli 60 giorni”, spiega il Segretario della UILPA PP.
“Se qualcuno vuole nelle carceri personale avanti con l’età, non formato e comunque insufficiente, sappia che ricorreremo a ogni iniziativa e strumento utile per impedirlo. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo Meloni aprano un confronto serio su organici e pensioni per alimentare e finalizzare il fondo perequativo e da destinare alla previdenza dedicata onde impedire che l’assegno per le donne e gli uomini in divisa, dopo oltre 40 anni al servizio dello Stato, sia prossimo a quello sociale. Varino, inoltre, un decreto carceri per assunzioni straordinarie nella Polizia penitenziaria rinunciando a voli pindarici e idee balzane che vanno contro la funzionalità del sistema, prim’ancora che contro gli operatori”, conclude De Fazio.