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Nota n. 10.860 - Preg.ma Presidente,

da qualche tempo, pressoché con cadenza settimanale, si ricevono schemi di provvedimenti, di varia natura, che vanno dall’aggiornamento del Regolamento di Servizio all’istituzione di nuove Specializzazioni e Specialità, passando per la revisione delle esistenti, spesso peraltro accompagnati dalla decretazione di appositi Distintivi di appartenenza.

Di solito, in relazione a tali schemi, si richiedono alle Organizzazioni Sindacali osservazioni da far pervenire a breve termine, salvo poi assistere allo stallo di mesi senza che si abbiano più notizie di sorta (cfr. Regolamento di Servizio).

Se da un lato si nota che spesso le suddette bozze di provvedimento mirano, più o meno direttamente, a limitare libertà e conquiste sindacali maturate in ormai quasi 35 anni di smilitarizzazione del Corpo anche correlate all’introduzione di elementari principi di trasparenza, imparzialità e pari opportunità nell’impiego e nello sviluppo professionale, dall’altro pervengono in forma a dir poco parcellizzata che non consente affatto una visione prospettica e strategica dell’assetto complessivo che si vuole evidentemente conferire alla Polizia penitenziaria e che, palesemente, non può essere scisso né dal dettato Costituzionale né dall’art. 5, legge n. 395/1990, ma neppure dalle prerogative sindacali e dalle regole di trasparenza e imparzialità di sopra cennate.

Al di là di alcune previsioni, cui ci si opporrà con ogni legittimo mezzo, contenute nello schema di revisione del Regolamento di Servizio e sulle quali ci si è già espressi con specifica corrispondenza, preoccupano, e non poco, soluzioni del tipo: “Le procedure indicate nei P.I.L. (per inciso, non è dato sapere cosa siano) e nei P.I.R. sono abrogate dall’entrata in vigore del presente provvedimento”; “Il personale di Polizia penitenziaria, che viene avviato alla frequenza del corso di formazione è individuato dal Direttore e dal Comandante … “, etc.

La questione centrale, tuttavia, è rappresentata proprio dal ruolo che dovrà mantenere o al quale dovrà assurgere la Polizia penitenziaria nell’ambito delle Forze di Polizia del Paese e della gestione carceraria, specie in un frangente in cui pare si stia pensando al cilindro e al papillon, quando il Corpo, rappresentato, è bene rammentarlo, pure e soprattutto dalla stragrande maggioranza delle donne e degli uomini che a ranghi sempre più sguarniti anche a causa della bulimia degli uffici dipartimentali, provveditoriali e, nondimeno, proprio di Gruppi, Specializzazioni et similia prestano quotidianamente servizio nelle cosiddette sezioni ordinarie, resta completamente svestito dal collo in giù.

Per quanto accennato, anche al fine di acquisire i necessari elementi di conoscenza utili a fornire le osservazioni a più riprese richieste, si prega la S.V. di voler fissare con cortese urgenza un incontro per un confronto organico e strategico in relazione alla struttura operativa e gestionale che deve e che dovrà assumere il Corpo di polizia penitenziaria.

Nell’attesa, cordiali saluti.

Il Segretario Generale

 

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