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Comunicato Stampa del 20 agosto 2010

Morto il detenuto che si era impiccato lo scorso 5 agosto ad UDINE

Dichiarazione Stampa di Eugenio SARNO

 “Ramon Berloso, di 35 anni,  è morto questa mattina intorno alle 6.00 all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine. Berloso era stato ricoverato in condizioni disperate il 5 agosto dopo che nel carcere di via Spalato a Udine, in cella di isolamento, aveva tentato il suicidio legandosi attorno al collo un lenzuolo appeso alle grate della cella . Un agente della Polizia penitenziaria si era accorto del gesto  e lo trasse in salvo. “

 Ne da notizia il Segretario Generale della UIL PA Penitenziari , Eugenio SARNO, che ricorda come con la sopraggiunta morte di Berloso (reo confesso dell’omicidio di due escort) salgono a 42 i suicidi in cella di questo 2010.

 “ Un bilancio pesante e triste che grava sulle coscienze di chi non ha saputo dare adeguate risposte alle incivili condizioni di detenzione e di lavoro all’interno delle carceri italiane.  Vogliamo sperare .- aggiunge SARNO – che alla ripresa dei lavori parlamentari i nostri politici sappiano, e vogliano, trovare quelle soluzioni necessarie al sistema penitenziario e alla comunità penitenziaria. Risposte che non possono essere,  di certo, quelle contenute nel DDL approvato dalla Commissione Giustizia della Camera. Si trovi il coraggio civile di fare un salto di qualità. Il Ministro Alfano torni alla stesura originale del testo proposto. Oltre alla necessaria individuazione delle soluzioni occorre anche snellire le procedure burocratiche. Ribadiamo che una possibile soluzione consista nell’affidare  ai dirigenti penitenziari la possibilità di deliberare rispetto ai benefici di legge che derivano esclusivamente dalla condotta penitenziaria. Pensiamo alla liberazione anticipata ( uno sconto di pena di 45 giorni a semestre in caso di buona condotta). Ora i Magistrati di Sorveglianza decidono solo ed esclusivamente sul parere della direzione del carcere. Perché, allora, non affidare ai Direttori la possibilità/responsabilità di decidere in merito?  Per quanto ci riguarda anche la concessione della detenzione domiciliare per i residui pena non superiori ad un anno poteva e doveva essere prevista in automatico. Ma in Parlamento è prevalsa la linea che vuole ancora la Magistratura decidere, dimenticando che i tempi rischiano di rendere perfettamente inutile questa norma che inciderà in maniera ininfluente sul grave sovrappopolamento. Ovviamente restiamo ancora in attesa di sapere come si intendono attivare le nuove strutture penitenziari a cominciare da una nuova sezione a Rimini o al nuovo carcere di Trento o a rendere pienamente funzionale il nuovo carcere di Rieti. Ho già consegnato – chiude sarcasticamente il Segretario UIL Penitenziari – al Capo del DAP nonché Commissario Straordinario per l’edilizia penitenziaria la mia gratuita disponibilità ad essere indicato come uno dei venti consulenti di nomina previsti. Avrà, in tal modo, la certezza di avere tra i suoi consulenti una persona che conosce il carcere e le sue tante sfaccettature. Per di più gratuitamente. Ma sono certo che la nomina non arriverà mi, perché i consulenti non sempre servono per risolvere i problemi.”

 

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