Emergenza carceri - La UILPA Polizia Penitenziaria al TG La7
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Comunicato stampa del 12 maggio 2023 - Carceri: Evade detenuto dal tribunale di Trapani, subito un decreto carceri
Roma, 12 mag. – “Un detenuto associato alla Casa Circondariale di Agrigento è evaso stamani durante un trasferimento presso il tribunale di Trapani per un’udienza. Non conosciamo ancora con esattezza la dinamica dell’evento, ma non può essere quest’ultima a cambiare l’evidenza connotata da una gestione penitenziaria in perenne emergenza, fatta di abissali vuoti organici, mancanza e inadeguatezza degli equipaggiamenti, impossibilità di formazione e aggiornamento professionale”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
Riconosciamo l’attenzione e l’impegno del Sottosegretario delegato Andrea Delmastro delle Vedove, ma notiamo ancora due grandi assenti, il capo di via Arenula, il Ministro Carlo Nordio, e quello di Largo Luigi Daga, il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo. Al Ministro chiediamo di farsi promotore di un decreto carceri che, con procedure d’urgenza e riconoscendo l’emergenza carceraria in atto, renda possibili immediate assunzioni straordinarie per colmare il deficit di 18mila unità negli organici della Polizia penitenziaria e fornisca adeguati equipaggiamenti, a partire dalle uniformi, ma anche il taser nei servizi espletati dalla Polizia penitenziaria e assimilabili a quelli delle forze di polizia a competenza generale, quale appunto il trasferimento di detenuti presso le aule di giustizia. Al Capo del DAP ricordiamo intanto che l’interlocuzione con le Organizzazioni Sindacali rappresentative del personale non può esaurirsi nel saluto d’insediamento, ma che ciononostante siamo in attesa che dia seguito ai propositi espressi durante quel saluto. A cominciare dall’emanazione dei protocolli d’intervento operativo, evidenziando anche che l’operatività poco si concilia con l’utilizzo dell’uniforme ordinaria che ha imposto anche nei servizi presso i tribunali e che è l’unico suo atto che gli agenti hanno sinora notato”, spiega il Segretario della UILPA Polizia penitenziaria.
L’evaso, italiano, è allo stato ricercato dalle donne e dagli uomini della Polizia penitenziaria e delle altre forze dell’ordine e confidiamo che anche grazie all’instancabile e competente impegno del Nucleo Investigativo Centrale e delle sue articolazioni territoriali del Corpo di polizia penitenziaria possa essere presto restituito alla giustizia, ma ciò non cambierà il senso della disfatta di un sistema carcerario ormai al collasso e che rischia di sfuggire completamente di mano”, conclude De Fazio”.
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Roma, 10 mag. – “1.520 detenuti presenti su 1.075 posti disponibili e 480 operatori di Polizia penitenziaria in servizio, compresi i non addetti alle 36 sezioni detentive, i quali ammontano a sole 198 unità. Tutto ciò a dispetto di un fabbisogno quantificato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria in 1.011 agenti. Questo il quadro desolante che si è presentato all’esame della delegazione della UILPA Polizia Penitenziaria, composta anche dalla Segretaria Regionale, Simona Tuzi, e dai Segretari territoriali Francesco di Virgilio e Michele Pittau, con cui ho condotto stamani un sopralluogo presso il carcere romano Raffaele Cinotti di Rebibbia. La cruda realtà dei numeri non necessita di particolari commenti per descrivere la gravità della situazione. Il 42% di detenuti in più e il 52% di operatori in meno rappresentano molto più che una spia delle gravi problematiche che incidono negativamente sui livelli di sicurezza così come sulle condizioni di detenzione e della qualità dei servizi offerti all’utenza. Bassissimi livelli di sicurezza che sono determinati anche dall’assenza di opportuni equipaggiamenti che, di fatto, rende l’Agente che opera nelle sezioni detentive inerme e pressoché impossibilitato a dare l’allarme in caso d’aggressione o di altri eventi comunque turbativi dell’ordine interno”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Se Rebibbia regge ancora lo si deve alle capacità, all’impegno e all’inventiva personale della direttrice, Rossella Santoro, e del suo staff, ma soprattutto all’abnegazione di quelle 480 unità di polizia penitenziaria che, anche rinunciando all’esercizio di diritti costituzionalmente tutelati, riescono in qualche modo a sopperire alle carenze dello Stato”, spiega il sindacalista.
“Servono palesemente immediati interventi del Governo e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, secondo le rispettive competenze e responsabilità, per deflazionare la densità detentiva e, soprattutto, potenziare gli organici della Polizia penitenziaria. Ma necessitano anche misure organizzative che impediscano che, a fronte dei predetti vuoti negli organici del carcere, si mantengano esuberi strabordanti negli uffici ministeriali e del Provveditorato regionale della capitale. Il tema, peraltro, non è solo numerico, ma diviene una questione di etica e persino di rispetto della dignità delle istituzioni laddove raffigura anche l’emblema delle sperequazioni in essere”, aggiunge il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Rivolgiamo, pertanto, un ennesimo appello al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e al governo tutto affinché si adottino concrete iniziative di carattere emergenziale che mirino per un verso a immediate assunzioni straordinarie per potenziare il Corpo di polizia penitenziaria, mancante di ben 18mila unità, e per un altro a riforme complessive che possano imprimere efficacia all’esecuzione penale e, in particolare, a quella inframuraria. Ma chiediamo anche ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e al Sottosegretario al Ministero della Giustizia delegato, Andrea Delmastro delle Vedove, di porre fine all’illegittimo e stratosferico esubero organico presso le sedi extracarcerarie”, conclude De Fazio.
Roma, 05 mag. – “Apprendiamo che il presidente della commissione Difesa della Camera dei Deputati, Nino Minardo, in stretto raccordo con il ministro Guido Crosetto, avrebbe messo a punto un piano per l’innalzamento fino a 40 anni del limite d’età per l’ingresso nelle Forze di Polizia, Armate e nei Vigili del Fuoco. La questione è di assoluta rilevanza e investe basilari principi di diritto, su cui si è recentemente pronunciata anche la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, come il generale divieto di discriminazione e di disparità di trattamento, ma impatta anche sull’efficienza e l’efficacia operativa dei Corpi interessati, così come su non secondari aspetti di natura previdenziale”.
Lo afferma Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Su materie che investono contemporaneamente sia la sicurezza nazionale sia quella dei cittadini, sempre più messa a repentaglio nelle nostre città e nelle carceri, crediamo che non si possa incedere con provvedimenti parcellizzati e assunti nel chiuso delle stanze dei decisori di turno. Riteniamo invece indispensabile e chiediamo ai Ministri interessati di aprire un confronto complessivo per un compiuto percorso riordinamentale che, anche correggendo gravi errori del passato, rafforzi l’efficienza delle forze dell’ordine e armate e, nel contempo, consenta alle donne e agli uomini in divisa di avere garanzia di dignitosi trattamenti previdenziali pure attraverso la rivalutazione dei coefficienti di trasformazione e l’avvio della previdenza integrativa”, ammonisce De Fazio.
Roma, 04 mag. – “Frattura alla mandibola e trenta giorni di prognosi per l’appartenente al Corpo di polizia penitenziaria che stamattina presso la Casa Circondariale di Taranto è stato proditoriamente aggredito da un detenuto ergastolano e recidivo. Sono tuttavia in corso ulteriori indagini diagnostiche e per questo il malcapitato servitore dello Stato è stato trasferito dal nosocomio tarantino ad Acquaviva Miulli”.
Lo riferisce Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Le aggressioni ai danni della Polizia penitenziaria proseguono senza soluzione di continuità, mostrandosi ancora in forte crescita. Vista la secretazione dei dati, per supposti motivi di ordine e sicurezza pubblica, da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, stimiamo che ormai superino le quattro al giorno, considerando solo quelle più gravi. Apprezziamo la particolare sensibilità e attenzione sul tema del Sottosegretario al Ministero della Giustizia, con specifica delega, Andrea Delmastro delle Vedove, ma servono provvedimenti tangibili e immediati che chiedono l’impegno del governo tutto. Pure per questo sarebbe importante che il Guardasigilli, Carlo Nordio, ancora non pervenuto, desse sulle carceri concreto segno di sé”, prosegue il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Anche i protocolli d’intervento operativo, che pure reputiamo indispensabili, rischieranno di contribuire esclusivamente alla desertificazione del pianeta per lo spreco della carta (si parla di alcune centinaia di pagine) se non vi saranno gli organici sufficienti e formazione adeguata a metterli in pratica. A fronte di ben 18mila unità mancanti, necessita subito un decreto carceri, con procedure d’urgenza, per immediate assunzioni straordinarie, le quali devono essere rese possibili dal rifacimento della struttura formativa, con implementazione del numero delle scuole (in passato dismesse), quelle sì, ricavabili agevolmente in caserme in disuso. Va poi rivisto il modello custodiale, argomento di cui molti parlano, anche ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Ministero della Giustizia, ma rispetto ai quali nessuno interviene e su cui vorremmo segnali principalmente dal Capo del DAP, Giovanni Russo, anche lui sinora, per quel che ci risulta, di impercettibile impatto sulle politiche di gestione penitenziaria”, spiega il sindacalista.
“E’ ormai il momento, altresì, d’introdurre uno specifico reato o, almeno, un’aggravante a fattispecie già previste per coloro che aggrediscano operatori di Polizia penitenziaria a causa e nell’esercizio delle loro funzioni; ma c’è anche un atto concreto che si può fare subito e che chiediamo a gran voce: il Ministero della Giustizia si costituisca parte civile nei procedimenti penali a carico degli autori delle aggressioni, cominciando dal caso di Taranto”, conclude De Fazio.