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Comunicato stampa -  ROMA, 16/07/2021“Respingiamo con forza quanto riportato sulla prima pagina di oggi del quotidiano Domani e, soprattutto, il titolo dell’articolo a firma di Nello Trocchia secondo il quale «il governo ha paura di una rivolta della Polizia penitenziaria»”.

 

            Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, in merito all’articolo comparso oggi sul quotidiano Domani e dal titolo «il governo ha paura di una rivolta della Polizia penitenziaria».

         “La Polizia penitenziaria è un Corpo sano e opera diuturnamente per la difesa delle istituzioni e la tutela della sicurezza dei cittadini con fedeltà e abnegazione anche fino al sacrificio estremo, come dimostrano 204 anni di storia al servizio del Paese e i moltissimi caduti. Le affermazioni esplicite e le allusioni del Domani – prosegue De Fazio –, che non casualmente trascende anche nell’utilizzo di termini desueti e considerati dal Corpo di polizia penitenziaria offensivi, quali «secondini», sono assolutamente fuorvianti ed errate”.

 

            “Dopo i fatti di Santa Maria Capua Vetere, dopo i filmati diffusi in esclusiva proprio dal Domani – spiega ancora il Segretario della UILPA PP –, gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e tutte le Organizzazioni Sindacali rappresentative dei suoi appartenenti non hanno esitato a condannare gli atti di violenza e a ribadire che chi ha sbagliato va individuato e processato. Tutto questo, stante il degrado e la disorganizzazione delle carceri, riconosciuta persino dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e dalla Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, non impedisce, naturalmente, agli operatori di Polizia penitenziaria di manifestare legittimamente il proprio malessere e il proprio disagio nel dover operare in condizioni che sfiorano il disumano, con il rischio aggiuntivo e non sporadico di trovarsi invischiati in inchieste che stanno diventando fisiologiche di un sistema, quello penitenziario, evidentemente in metastasi. È ormai sotto gli occhi di tutti, tranne forse sotto quelli del redattore dell’articolo, quanto e come il Corpo di polizia penitenziaria si trovi fra l’incudine dei detenuti e il martello della disorganizzazione complessiva dovuta a decenni di disattenzione e pressapochismo della politica”.

         “Ciascuno, naturalmente, ha diritto alla massima libertà di espressione e lungi da noi voler intervenire addirittura sulla libertà di stampa; questo non ci impedisce, tuttavia, esercitando la nostra libertà di espressione e il nostro diritto di critica – conclude De Fazio –, di reputare quell’articolo fuorviante, irrealistico nella ricostruzione e di certo non utile a una serena e obiettiva analisi della situazione complessiva finalizzata all’efficace risoluzione dei problemi”.  

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