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Roma, 28 nov.“Leggendo il testo della bozza del disegno di legge di bilancio trapelato mercoledì scorso avevamo lanciato l’allarme a causa dell’assenza di qualsiasi misura di supporto per le carceri; nell’esaminare la versione aggiornata a ieri e che starebbe per essere presentata in Parlamento dobbiamo constatare addirittura un peggioramento con tagli al personale e alle mense. Evidentemente al peggio non c’è mai fine.

Lo afferma Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

“Con l’ultima bozza della manovra economica, sotto forma di razionalizzazioni, si prevedono riduzioni al personale carcerario per quasi 11 milioni di euro (15.400.237 nel 2024), nonché tagli alle mense degli operatori del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità per circa 700mila euro. A fronte di 18mila unità mancanti al Corpo di polizia penitenziaria, 85 suicidi (80 fra i detenuti e 5 fra gli operatori) dall’inizio dell’anno, strutture degradanti, penuria e inefficacia di automezzi, equipaggiamenti e strumentazioni, siamo letteralmente esterrefatti e increduli. Se poi mettiamo tutto ciò in relazione a quanto affermato dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo discorso sulla fiducia alla Camera dei Deputati e con le ripetute dichiarazioni del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e dei Sottosegretari, che promettono il miglioramento delle condizioni di lavoro, ci sembra di trovarci su scherzi a parte”, continua il Segretario della UILPA PP.

“In attesa di poter leggere il testo ufficiale della manovra di bilancio e con la residuale speranza di essere smentiti, rivolgiamo un appello al Governo affinché rivaluti la materia e a tutte le forze politiche affinché nei passaggi parlamentari si prevedano tangibili misure di sostegno, efficientamento e rinforzo al carcere e alla Polizia penitenziaria, senza le quali tutto il sistema d’esecuzione penale non potrà reggere ancora a lungo”, conclude De Fazio

 

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Eleonora Martini
Il paradosso di un governo di estrema destra che taglia sul personale di Polizia penitenziaria è contenuto in poche righe, nelle Disposizioni finanziarie e finali (titolo XVI), delle 310 pagine in cui si sviluppa la legge di bilancio. L’ultima bozza circolata ieri sera prevede che dal 2023 il ministero della Giustizia debba assicurare «mediante la riorganizzazione e l’efficientamento dei servizi degli istituti penitenziari», in particolare «con la ripianificazione dei posti di servizio e la razionalizzazione del personale», il conseguimento di «risparmi di spesa non inferiori a 9.577.000 euro per l’anno 2023, 15.400.237 euro per l’anno 2024 e 10.968.518 euro annui a decorrere dall’anno 2025».

Il successivo paragrafo è invece dedicato a tagli relativi al servizio mensa del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, con un risparmio di spesa non inferiore a 331.583 euro per l’anno 2023, 588.987 euro per l’anno 2024 e 688.987 euro annui a decorrere dall’anno 2025». Altri tagli sono previsti anche sulle intercettazioni e sulle comunicazioni, ridotte di 1,57 milioni di euro all’anno.

I PRIMI a darne notizia sono stati il sindacato di polizia penitenziaria Uilpa e il senatore Ivan Scalfarotto, di Azione. «A fronte di 18 mila unità mancanti al Corpo di polizia penitenziaria, 85 suicidi (80 fra i detenuti e 5 fra gli operatori) dall’inizio dell’anno, strutture degradanti, penuria e inefficacia di automezzi, equipaggiamenti e strumentazioni, siamo letteralmente esterrefatti e increduli», commenta Gennarino De Fazio, segretario generale Uilpa, che riguardo la scelta politica sintetizza così: «Che sia una manovra di destra lo si vede dal fatto che incide negativamente sui lavoratori e taglia i servizi. Ma in generale mi sembra che per qualunque tipo di governo, quando c’è da fare economia, carceri e lavoratori vengono trattati come bancomat».

Ma quello che ferisce di più i sindacati penitenziari è il “tradimento” della premier Giorgia Meloni, del Guardasigilli Carlo Nordio e dei Sottosegretari che più volte, a cominciare dal «discorso sulla fiducia alla Camera», hanno promesso «il miglioramento delle condizioni di lavoro» del personale che occupa «posti di servizio» (come indicato nella manovra): «Dunque non operatori, educatori o psicologi, ma proprio gli agenti», fa notare De Fazio che conclude: «Ci sembra di trovarci su scherzi a parte».

Una delusione che ferisce anche l’Associazione sindacale professionisti militari dell’Esercito: «Le promesse elettorali e i lunghi applausi di ringraziamento, nelle aule del Parlamento, per il continuo impegno dei militari italiani, non trovano riscontro nel testo di Bilancio 2023».

IVAN SCALFAROTTO, che ieri ha visitato l’istituto San Vittore, si dice «sdegnato» dal taglio al personale dell’amministrazione penitenziaria che fa «un grandissimo lavoro e si sobbarca la gestione di una realtà complicatissima» come quella del carcere milanese dove è rinchiusa «una numerosa popolazione carceraria che spesso è l’effetto dei fenomeni di marginalità della nostra società più ancora che della delinquenza e del crimine».

Anche la deputata di Avs Ilaria Cucchi Ilaria Cucchi censura il governo Meloni che taglia «invece di investire sull’Ordinamento Penitenziario per migliorare efficienza a vantaggio dell’intera collettività. Tutto questo è incredibile. Evidentemente al peggio non c’è mai fine».

Pubblicato circa 8 ore fa
Edizione del 29 novembre 2022


 

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