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Roma, 19 gen.  “Apprezziamo gli intendimenti espressi in Parlamento dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, circa la dotazione di body-cam alla Polizia penitenziaria. Da anni chiediamo che tale strumento di garanzia possa essere utilizzato nei contesti operativi a tutela degli agenti e nella ricerca della massima trasparenza, non avendo il Corpo di polizia penitenziaria nulla da nascondere, ma – al contrario – interesse alla conoscenza delle dinamiche carcerarie”.

 

            Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

         “Per quanto concerne la videosorveglianza, tuttavia, evidenziamo che non si può tradurre in uno strumento di sicurezza passiva, idoneo solo a verificare gli eventi dopo che si siano realizzati, ma deve costituire un ausilio per la sicurezza attiva e la prevenzione. A cosa servono le telecamere se nessuno sorveglia i monitor o un solo agente deve controllarne decine mentre è impiegato in altre numerose incombenze? Vanno adeguati gli organici e la videosorveglianza va completata corredandola da tecnologie d’intelligenza artificiale in grado di allertare gli operatori ove si verifichino azioni anomale”, spiega il Segretario della UILPA PP.

         “Allo stesso modo, ricordiamo al Guardasigilli che se si pensa di combattere il sovraffollamento con nuove strutture carcerarie o ampliando quelle esistenti, da un lato è opportuno che lo si faccia in territori in cui è più alta la densità criminale in ossequio al principio di territorializzazione dell’esecuzione penale e non costruendo nuovi edifici proprio nei luoghi dove non si registra sovraffollamento detentivo, dall’altro occorre potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, già allo stato attuale mancanti di 18mila unità”, continua il sindacalista.

         “Anche questo diremo al neo Capo del Dipartimento dell’Amministrazione (DAP), Giovanni Russo, che incontreremo giovedì prossimo. Ma evidenziamo, pure al Ministro Nordio, che ripeteremo gli stessi concetti al quarto Capo del DAP in tre anni, senza apprezzabili risultati. Ribadiamo, infatti, che senza investimenti del Governo e riforme legislative, ben poco di veramente incisivo può fare chi si trovi a capo del DAP”, conclude De Fazio.   

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