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COMUNICATO STAMPA 28 febbraio 2011

 

Sarno (UIL) : Giusta la contestazione ad Alfano dei detenuti di Piacenza

 

 

Credo che la contestazione messa in atto questa mattina  dai detenuti di Piacenza nei confronti del Ministro Alfano  sia giusta, legittima e condivisibile. Nei modi e per i contenuti. Avevamo già detto che l’unica attività concreta del Ministro verso il fronte penitenziario risulta essere quella del taglio dei nastrini o della posa delle prime pietre. Insomma solo passerelle, senza alcun impegno concreto sul fronte delle criticità penitenziarie. Sovraffollamento, disumanità, inciviltà, malasanità caratterizzano la detenzione in Italia. La negazione dei diritti al personale è sistematica e quotidiana. Ma di questo al Guardasigilli sembra interessare poco.”

 

E’ un fiume in piena il Segretario Generale della UIL PA Penitenziari, Eugenio SARNO che commenta la rumorosa battitura di protesta che i detenuti hanno inscenato questa mattina. Lo stesso Segretario Generale  definisce una beffa la presenza del Ministro a Piacenza per la posa della prima pietra di un cantiere per l’edificazione di un nuovo padiglione

A Piacenza il personale di polizia penitenziaria, nel disinteresse generale, è in stato di agitazione da alcuni mesi, causa le gravi deficienze organiche che determinano la quotidiana contrizione dei diritti soggettivi. Persino quelli elementari come il riposo settimanale. E’ chiaro che la presenza del ministro proprio in quell’istituto è stata letta dal personale  come un beffa e dai detenuti, evidentemente, una provocazione. Qualcuno avrà avvisato il Ministro  che a fronte delle 179 unità di polizia penitenziaria previste per decreto alle Novate, in realtà, operano circa 110 poliziotti penitenziari, così come a fronte delle 178 presenze massime oggi sono ospitati circa 420 detenuti. .  Questi – continua SARNO – sono i problemi di cui dovrebbe occuparsi il Ministro Alfano ed il governo Berlusconi”

 

La UIL PA Penitenziari monitora quotidianamente attraverso la pagina web Diario di Bordo, pubblicata sul sito www.polpenuil.it , gli eventi critici che si registrano negli istituti penitenziari

Dal 1 gennaio di quest’anno nove detenuti hanno scelto di evadere permanentemente dalle loro vite, suicidandosi. Circa 145 sono i tentati suicidi e 28 le vite salvate in extremis dalla polizia penitenziaria che, di contro, annovera tra le sue fila ben 25 agenti feriti (con prognosi superiore ai sette giorni) per aggressioni subite da detenuti. Nelle degradate e cadenti carceri italiane sono ammassati circa 67.000 detenuti a fronte di una ricettività massima disponibile di poco superiore ai 42000 posti detentivi.  Questa deriva di morte e violenza, purtroppo,  lascia impassibili ed immobili coloro che dovrebbero gestire l‘universo penitenziario. La stessa “società civile” appare indifferente alla questione penitenziaria, quasi abbia metabolizzato le emergenze carcerarie e i drammi umani che ne conseguono.  Avevamo annunciato – chiude il segretario Generale della UIL PA Penitenziari – che la legge sulla detenzione domiciliare non avrebbe prodotto gli effetti annunciati. Infatti sono poco più di 850 i detenuti che ne hanno beneficiato. Un vero flop, com’era nelle cose. Questi sono i risultati dell’agire politico connotato da  presunzione  e incompetenza. Ora , per l’ennesima volta, invitiamo il Ministro Alfano a riconsiderare il piano carceri. Prima di costruire nuove prigioni, che non si aprono o si aprono parzialmente per mancanza di personale ( Trento e Rieti docet) è necessario intervenire con progetti di manutenzione straordinaria per gli istituti attivi. Altrimenti mentre costruiscono quelle nuove si ritrovano con le prigioni vecchie che crollano. Lucca, Taranto e Livorno sono gli esempi più eclatanti e reali di questo rischio

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