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COMUNICATO STAMPA 26 aprile  2011

Carceri – Ieri sera disordini a Marassi- Sarno (UIL) : L’assalto al carcere è un episodio inquietante

“ Nella serata di ieri, intorno alle 21.45,  un gruppo di ragazzi probabilmente riferibili all’area “no global” ha manifestato sotto   la cinta del carcere genovese di Marassi (lato stadio), gridando slogan vari tra i quali “libertà per i detenuti” ed ha appiccato fuoco a cartoni e materiali vari”

A darne notizia il segretario Generale della UIL PA Penitenziari, Eugenio SARNO, che informa come a seguito di tale manifestazione all’interno del carcere siano scoppiate le proteste dei detenuti

Oltre ad appiccare fuochi i manifestanti hanno lanciato all’interno del carcere anche bottiglie e sassi – informa Sarno – Intorno alle 22.00, per circa un’ora, i detenuti di Marassi hanno dato vita ad una rumorosissima protesta sbattendo le stoviglie sulle porte e sulle grate nonché incendiando alcune lenzuola. Riteniamo quest’episodio inquietante non solo grave dal punto di vista del turbamento dell’ordine pubblico, quanto significativo delle tensioni che attraversano l’intero sistema penitenziario

La situazione è stata gestita la meglio dal personale in servizio,  ma la penuria degli organici rinfocola le polemiche

Per garantire la sicurezza dell’istituto e sorvegliare i 748 detenuti ristretti ieri pomeriggio a Marassi erano presenti solo 18 unità di polizia penitenziaria , credo non occorra aggiungere molto altro. Oltre al sovrappopolamento ( capienza massima consentita 435) il personale deve fare i conti con le croniche e gravi deficienze organiche, tra l’altro aggravate – sottolinea polemicamente il Segretario generale della UIL PA Penitenziari -  dalle scelte di gestione del personale da parte dell’Amministrazione Penitenziaria ai vari livelli.  Solo la grande professionalità e l’esperienza dei nostri 18 colleghi in servizio ha impedito che la situazione, ieri sera, degenerasse. A loro va il nostro plauso e la nostra gratitudine. Che è il plauso e la gratitudine che estendiamo a tutta la polizia penitenziaria in servizio nelle prime linee penitenziarie, sempre più sola ed abbandonata ad affrontare le emergenze quotidiane. Noi non ci stancheremo di stimolare il Ministro Alfano ad una più istituzionale attenzione verso l’universo carcerario,  oramai impedito ad assolvere al proprio mandato costituzionale. Ma invitiamo l’intero  Governo ad attenzionare, e non a parole, le criticità e le tensioni che attraversano i nostri penitenziari. Questa è una bomba il cui timer è quasi pronto ad innescare una devastante deflagrazione dal punto di vista sociale, sanitario e di ordine pubblico”

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