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Un detenuto ubriaco si rifiuta di tornare in cella. Due maghrebini danno fuoco a un materasso per attirare l’attenzione. Un altro ancora si pratica un taglio e comincia a sanguinare. Le occasioni di conflitto fra le mura delle carceri italiane sono innumerevoli, ma il punto terminale delle tensioni sono quasi sempre gli agenti di polizia penitenziaria che devono intervenire a risolvere il problema. Il risultato è che non passa giorno senza che il personale in divisa venga aggredito. Secondo la stima del sindacato di categoria UilPa, gli episodi quotidiani in media sarebbero un paio, un numero in linea con l’escalation degli ultimi sei anni: dalle 387 aggressioni del 2014 siamo infatti passati alle 681 dell’anno scorso (dati ufficiali del ministero della Giustizia, ndr), quasi il doppio, e per il 2019 ci si prepara a superare abbondantemente quota 700. Leggi qui l'articolo de La Stampa

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