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Roma, 11 Feb.  – “Poco dopo mezzanotte un detenuto d’origine indiana, 36enne,  in attesa di primo giudizio per reati a sfondo sessuale, è stato rinvenuto suicida per impiccamento nel bagno della sua cella del reparto precauzionale della Casa Circondariale di Latina. A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria. Dall’inizio dell’anno, è il 17esimo ristretto che si toglie la vita, cui bisogna aggiungere anche un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria che, altresì, ha deciso di farla finita. La strage evidentemente continua, mentre dalla politica maggioritaria e dal Governo non si intravedono soluzioni. Neppure il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, audito mercoledì scorso dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, ha potuto indicare soluzioni concrete e immediate dopo aver ammesso le oggettive difficoltà del sistema. È evidente a tutti che continuando così si arriverà a un numero di morti di carcere impensabile per qualsiasi paese civile, e ciò è davvero inaccettabile”

        Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

         “Quanto sta avvenendo nelle carceri, con suicidi, omicidi, risse, rivolte, aggressioni alla Polizia penitenziaria, traffici illeciti e, nostro malgrado, anche qualche fenomeno di possibile degenerazione indotta, come quello di Reggio Emilia, non può lasciare indifferenti e, soprattutto, non si può considerare ordinario; dunque, non è arginabile con strumenti ordinari. A tutto ciò si aggiunga che sono 14mila i detenuti in più, rispetto ai posti effettivamente disponibili, mentre alla sola Polizia penitenziaria mancano almeno 18mila unità, rispetto al reale fabbisogno. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo Meloni prendano coscienza della perdurante emergenza, forse davvero senza precedenti negli ultimi 30 anni, e intervengano con misure straordinarie. Varino immediatamente un decreto carceri per consentire cospicue assunzioni con procedure accelerate e il deflazionamento della densità detentiva pure attraverso una gestione esclusivamente sanitaria dei malati di mente e percorsi alternativi per i tossicodipendenti. Parallelamente va ripensato l’intero apparato d’esecuzione penale, vanno reingegnerizzati il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e dev’essere riorganizzato il Corpo di polizia penitenziaria. Non intervenire tangibilmente, significa assumersi la responsabilità quanto meno morale di quanto si sta perpetrando”, conclude De Fazio.

Evento critico a  Reggio Emilia - 14mila detenuti in più e 18mila agenti in meno - La UILPA Polizia Penitenziaria citata al TG5 del 10 febbraio - ore 13.00

Vedi anche:

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Evento critico a Reggio Emilia - "Il Sistema è un contenitore divenuto marcio" - La UILPA Polizia Penitenziaria sul TG7 - Intervento del Segretario Generale Gennarino De Fazio.


Qui il vdeo completo – Video

 

 

Roma, 10 Feb.“I fotogrammi provenienti dal carcere di Reggio Emilia e che emergono dal procedimento penale in capo ad alcuni appartenenti alla Polizia penitenziaria si autodescrivono e non hanno bisogno di particolari commenti. Anche noi siamo rimasti attoniti e sconcertati dalla loro visione, seppur parziale. Tuttavia, è evidente che essi non rappresentino il Corpo di polizia penitenziaria che, peraltro, attraverso i Nuclei Investigativi Centrale e Regionale ha condotto le indagini su delega della locale Procura della Repubblica. Non si può neppure parlare di poche o tante ‘mele marce’, ciò che è palesemente marcia è la cesta, è marcio il contenitore, è marcio il sistema carcerario e tende a far marcire tutto ciò che vi è dentro”.

 

Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

 

“Le carceri allo stato attuale, ben lungi dal perseguire il dettato costituzionale e rappresentare il tempio del diritto, attraverso il quale si possano scontare le pene in un percorso risocializzante utile al reo e alla collettività, sono in larghissima parte criminogene e luoghi dove spesso saltano le regole trasformandosi in centri e palestre del malaffare. Pensiamo addirittura che si pongano in dubbio gli stessi presupposti giuridici al loro mantenimento. Le indagini e i procedimenti penali a carico di appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria sono ormai tantissimi e, più o meno a macchia di leopardo, su tutto il territorio nazionale. Spesso si concludono con assoluzioni o, comunque, con il sensibile ridimensionamento delle imputazioni; talvolta, nostro malgrado, con delle condanne. Così come nelle carceri innumerevoli sono i disordini, le risse, le aggressioni agli operatori; altissimo è anche il numero dei suicidi fra i detenuti e preoccupante quello fra gli appartenenti alla Polizia penitenziaria. Di fronte a ciò scaricare sui singoli, al di là delle soggettive responsabilità penali, significherebbe non voler per l’ennesima volta affrontare il problema alla radice. Conclamerebbe il tentativo della politica maggioritaria di declinare le proprie gravissime responsabilità oggettive per anni di malgoverno e abbandono”, argomenta il Segretario della UILPA PP.

“14mila detenuti in più, 18mila appartenenti alla Polizia penitenziaria in meno, 1.800 aggressioni e 9mila resistenze e ingiurie a pubblico ufficiale all’anno, omicidi, traffici e violenze di ogni genere, comprese quelle sessuali; questo è il contesto penitenziario in cui si opera. Un vortice che evidentemente trascina e che è necessario fermare. Senza enfatizzazioni né ridimensionamenti, occorre che la politica prenda realmente coscienza delle immani deficienze e disfunzionalità delle prigioni e operi immediatamente su più fronti, senza ipocrisia e falsa retorica, per metterle in sicurezza e addivenire a riforme strutturali. Servono un decreto carceri per consentire cospicue assunzioni straordinarie con procedure accelerate e il deflazionamento della densità detentiva pure attraverso una gestione esclusivamente sanitaria dei malati di mente e percorsi alternativi per i tossicodipendenti. Parallelamente va ripensato l’intero apparato d’esecuzione penale, vanno reingegnerizzati il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e dev’essere riorganizzato il Corpo di polizia penitenziaria”, conclude De Fazio.   

Carceri: A Genova Marassi il 16esimo suicidio, è una mattanza - Roma, 08 Feb.  – “Ormai nelle carceri si attende solo di scoprire dove, ma non si arresta quella che sta diventando una vera mattanza a opera di un sistema criminogeno, disorganizzato e disfunzionale.  Il 16esimo detenuto che dall’inizio dell’anno si è tolto la vita è spirato oggi nel tardo pomeriggio all’ospedale San Martino di Genova, dopo che l’altro ieri nella sua cella del carcere di Marassi aveva tentato l’impiccagione non senza aver prima manomesso la serratura del cancello per ritardare l’intervento della Polizia penitenziaria. Ritardo che, in effetti, gli è stato probabilmente fatale atteso che nonostante i soccorsi e il successivo ricovero in ospedale non ce l’ha fatta. Nato in Marocco 28 anni fa, fra tre mesi avrebbe finito di scontare la pena inflittagli per reati contro il patrimonio”.

Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

“12mila detenuti in più rispetto ai posti effettivamente disponibili, 18mila agenti del Corpo di polizia penitenziaria in meno, disorganizzazione, deficienze sanitarie, strutture fatiscenti, carenza di strumentazioni ed equipaggiamenti fanno sì che nelle carceri proliferino malaffare, violenze di ogni genere, risse e aggressioni agli operatori. Insomma, le carceri sono ormai l’esatto contrario di ciò che dovrebbero essere. E sia chiaro che non chiediamo né la cancellazione dei reati o delle pene né l’abrogazione del carcere, vorremmo ‘semplicemente’ che i penitenziari fossero funzionali al dettato costituzionale e fossero luoghi di legalità e giustizia utili alla società e persino all’economia e non discariche sociali nelle quali si buttano via pezzi di umanità e, per giunta, risorse pubbliche”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.

“Lo ripetiamo, al di là di ogni strumentale polemica politica, poiché lo stato attuale delle carceri deriva da decenni di pressapochismo e malgoverno attribuibili, pressoché senza soluzione di continuità, a tutte le maggioranze parlamentari che si sono succedute, occorre fermare la strage in atto e dare respiro al Corpo di polizia penitenziaria ormai stremato, oltre che nelle forze, anche nel morale e nell’orgoglio vedendo svilito il proprio ruolo nella società e mortificato il proprio diuturno sacrificio. L’esecutivo vari immediatamente un decreto carceri per consentire cospicue assunzioni straordinarie, con procedure accelerate, nella Polizia penitenziaria e negli altri profili professionali e il deflazionamento della densità detentiva pure attraverso una gestione esclusivamente sanitaria dei detenuti malati di mente e percorsi alternativi per i tossicodipendenti. Il Parlamento approvi altresì una legge di delegazione per la riforma complessiva del sistema d’esecuzione penale, la riedificazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e la reingegnerizzazione del Corpo di polizia penitenziaria”, conclude De Fazio. 

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