Nota n. 10.797 - Facendo seguito a precorsa corrispondenza, si è costretti, proprio malgrado, a tornare sul distoglimento di appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria da carceri carenti di operatori e sovraffollati di ristretti per essere destinati a prestare servizio presso l’Ufficio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale al difuori da (rectius: in spregio a) qualsiasi iter selettivo atto ad assicurare imparzialità e trasparenza, oltre che efficienza ed efficacia, e comunque al di là del dettato di cui al 4° comma, art. 7, d.l. n. 146/2013 e succ.modd., nonché del 2° e 3° comma, art. 2, DPCM n. 89/2019.
Dopo quanto segnalato con nota n. 10540 del 7 marzo 2024, si è appreso che ancora nei giorni scorsi ulteriori unità sarebbero state applicate al predetto Ufficio senza l’esperimento di alcuna particolare procedura, men che meno di quella normativamente dettata.
Si ribadisce, peraltro, che sarebbe del tutto paradossale, non solo sotto il profilo semantico, se persino nell’assegnazione presso l’Ufficio del Garante non vi fosse alcuna garanzia procedurale.
Per quanto accennato, si prega la S.V. di voler fornire cortesi, urgentissime e circostanziate informazioni a riguardo avendo cura di allegare l’elenco del personale del Corpo di polizia penitenziaria a qualsiasi titolo assegnato all’Ufficio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale con l’indicazione del titolo dell’assegnazione, della durata, della sede di provenienza, della qualifica e, ove previsto, del genere.
Nell’attesa di un urgentissimo riscontro, cordiali saluti.