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            Stamattina, presieduta dal DGPR Buffa, si è tenuta al DAP un’ennesima riunione per la definizione delle modalità di recupero degli operatori di Polizia penitenziaria impiegati in esubero in sedi extrapenitenziarie, a cominciare dalle sedi romane (DAP, Ministero della Giustizia, etc.)

            La questione è quella già descritta nell’ultim’ora del 13 dicembre 2016, cui si rimanda per una lettura complessiva.

            I problemi sono di molteplice natura. Infatti, oltre agli esuberi vi sono al DAP numerose unità che vi prestano servizio in posizione da assegnazione temporanea (anche da moltissimi anni) e, per converso, molti operatori che pur avendo sede al DAP sono distaccati in istituti penitenziari.

            Anche oggi, per uscire dalla sorta limbo alimentato per anni, sono state quindi ipotizzate sia dall’Amministrazione sia da altre OO.SS. soluzioni che contemplano “sanatorie” e “corsie preferenziali” per gli operatori del DAP.

            La UIL, con i propri interventi ha ribadito la netta contrarietà a qualsiasi ipotesi di sanatoria e di corsia preferenziale che, oltre ad apparire illegittima, determinerebbe una nuova frattura fra gli operatori impiegati nelle sedi ministeriali e quelli che operano negli istituti penitenziari, che spesso per anni agognano vanamente a un trasferimento. Ancora più forte la contraddizione sarebbe rispetto a coloro, per esempio, che persi i presupposti previsti dalla legge n. 104/92 vengono fatti rientrare nella sede di originaria appartenenza.

            Analogamente, ha evidenziato come non ci si possa limitare a riportare gli effettivi al DAP al numero che sarà stabilito dalle dotazioni organiche, ma occorra scendere al disotto di esso affinché via sia un’effettiva carenza almeno omogenea con quella che si registra nella carceri.

            In conclusione, oltre ad aver ribadito la posizione di cui alla citata ultim’ora del 13 dicembre 2016, la UIL ha proposto di rivedere il PCD sulla mobilità o, nelle more, di realizzare un “Accordo ponte” per la ricollocazione del personale delle sedi/reparti soppressi, accomunando a esso coloro che perdono il posto in ragione di una determinazione o riformulazione dell’organico.

            In altre parole, l’obiettivo della UIL è quello di realizzare un impianto formale che consenta di trattare allo stesso modo sia chi perde il posto in organico nelle carceri (per soppressione di sede o reparto) sia chi perde il posto in altri settori (per la fissazione o la rideterminazione delle piante organiche).

            Su quest’ultima ipotesi vi è stata una certa convergenza di diverse OO.SS. e anche un’apertura da parte dell’Amministrazione che, in conclusione di riunione, si è riservata di prospettare una proposta concreta.

            L’audio del principale intervento UIL è disponibile online.

  In allegato l'Ultim’ora  del 13 dicembre 2016  -  

                                                  Piante organiche extramoenia – La UIL si oppone a sanatorie al DAP

 

        Ieri pomeriggio si è tenuta una nuova riunione al DAP per discutere di piante organiche extramoenia e, in particolare, del recupero delle numerosissime unità impiegate in sovrannumero al DAP. L’incontro è stato in gran parte presieduto dal D.G. del Personale e delle Risorse (Buffa) e, solo nel finale, dal Capo del DAP (Consolo).

         La base delle discussione era costituita dalla proposta dell’Amministrazione contenuta nella nota dell’ 1 u.s. e disponibile online.

         La UIL nel proprio intervento ha ribadito quanto già rappresentato nelle precedenti occasioni, chiedendo con forza la restituzione urgente degli operatori in soprannumero al DAP nelle sedi penitenziarie.

         Rispetto alla proposta dell’Amministrazione, ha evidenziato la necessità di disciplinare nel prossimo PCD sulla mobilità generale la modalità per l’assegnazione a tutte le sedi extrapenitenziarie (e non solo ad alcune come ipotizzato dal DAP).

         Inoltre, la delegazione UIL si è dichiarata fermamente e fortemente contraria a qualsiasi ipotesi di stabilizzazione (sanatoria) sia in entrata sia in uscita per gli operatori del DAP (e solo per quelli del DAP), proponendo invece un percorso di regole chiare, graduali, ma con scadenza predeterminata e ravvicinata per fare in modo che l’organico impiegato al DAP (e nelle sedi extramoenia) si uniformi alle stesse percentuali di carenza degli istituti.

         In estrema sintesi, per la UIL, oltre a bloccare qualsiasi tipo di immissione, è indispensabile che gli operatori i quali, anche da svariati anni, hanno chiesto e ottenuto il trasferimento (occupando il posto in organico) e che ancora prestano servizio al DAP (perché succede anche questo!) raggiungano con celerità la rispettiva sede di assegnazione. È altresì necessario che si compilino delle graduatorie con criteri identici a quelli previsti per la mobilità a domanda, dopodiché coloro i quali si collocheranno in posizione utile nei limiti della pianta organica fissata (tenendo conto della percentuale di carenza) vi permarranno, gli altri dovranno rientrare nelle sedi di appartenenza (o concorrere al pari di tutti gli altri per l’assegnazione in sede diversa).

         Purtroppo, però, molte OO.SS. sono parse intente a discutere quasi esclusivamente di criteri e decorrenze della stabilizzazione (dandola dunque per scontata e necessaria) o a produrre richieste il cui fine concreto sembra solo quello di dilatare e tempi e allontanare, fino a farlo svanire, il risultato.

         Nel finale la discussione si è accesa quando la UIL ha manifestato il proprio assoluto dissenso rispetto al proposito, partecipato dal Capo del DAP, “di dare una risposta immediata all’esigenza di ridurre l’organico al DAP stabilizzando gli operatori già distaccati in altre sedi, che pur vantino requisiti di anzianità” (per poi solo successivamente procedere con il resto).

         Per la UIL una scelta di tal tipo sarebbe illogica, irrazionale e illegittima. Non risponderebbe affatto al problema, come si vorrebbe far credere, atteso che di fatto nessuno si muoverebbe dal DAP (gli operatori di cui si discute sono già distaccati in altre sedi) e violerebbe le procedure di mobilità consentendo a chi proviene dal DAP di scavalcare coloro che si trovassero utilmente collocati in graduatoria.

            Dopo attimi di acceso dibattito, tuttavia, l’Amministrazione ha parzialmente corretto il tiro precisando che sarà comunque necessario esperire regolari procedure di mobilità.

         La discussione è stata poi aggiornata ad una prossima riunione.

         La UIL solleciterà, vigilerà e continuerà ad opporsi a qualsiasi sanatoria.

 

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