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Comunicato stampa ROMA 28/07/2020“Le rivolte carcerarie di marzo, i morti, i feriti, l’allarme per la sicurezza e per l’ordine pubblico sono ancora vivi nella memoria degli addetti ai lavori, ma i riflettori dell’informazione, dei talk show e, soprattutto, l’attenzione della politica – come sempre accaduto in passato – sembra ormai orientata altrove. Eppure, i problemi di marzo, stanno ancora lì, tutti e pressoché irrisolti”.

 

            È quanto dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, a proposito della situazione carceraria del Paese, dopo i disordini e le polemiche per le scarcerazioni dei mesi scorsi.

 

            De Fazio poi spiega: “al netto della laboriosità e dell’apertura al dialogo dei nuovi vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, in particolare del Capo, Petralia, non si intravede un’inversione di rotta, ma neanche una presa di coscienza della politica che continua ad approcciare al tema carcerario in maniera superficiale e approssimativa. Ne sono la riprova, peraltro, anche il ‘pacchetto di misure’ annunciato dal Sottosegretario Ferraresi e proposto sotto forma di emendamenti al ddl di conversione del c.d. dl giustizia, ma che non ha superato gli scogli parlamentari”.

 

            “Così – prosegue il leader della UILPA PP –, mentre il medico studia il malato muore! Ma sarà ancora peggio se gli studi risulteranno per giunta infruttuosi a causa della scarsa applicazione o, addirittura, dell’incapacità del discente. Allora è indispensabile e sempre più urgente che il Ministro Bonafede è il Governo mettano in campo un disegno strutturale per la riforma del sistema carcerario e la riconversione dei penitenziari”.

 

            “D’altronde – argomenta ancora De Fazio – pure la discussione sulla revisione del modello custodiale, meritoriamente riavviata dal Capo del DAP Petralia, rischia di portare a un nulla di fatto se non si reingegnerizzano, anche sotto il profilo architettonico e delle dotazioni tecnologiche e digitali gli istituti penitenziari e non si investe compiutamente sulla Polizia penitenziaria, potenziandola negli organici e negli equipaggiamenti.

         “Appare dunque essenziale – conclude il Segretario Generale della UILPA PP – che facendo leva sulle riconversioni ecosostenibili e digitali, si punti al recovery fund, dunque a prestiti europei, per riconvertire le carceri pure allo scopo di adempiere alle prescrizioni che l’Europa stessa ci chiede in materia penitenziaria”.

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